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Omicidio di Chivasso

I Carabinieri tornano a casa di Giuseppina Arena: svuotato l'appartamento

Blitz degli inquirenti e dell'Asl nell'appartamento di via Togliatti 66 dove viveva la donna uccisa con tre colpi di pistola il 12 ottobre scorso a Pratoregio

Omicidio di Chivasso

Per ore ieri mattina i carabinieri della compagnia di Chivasso e gli ispettori dell’AslTo4 si sono recati presso l’abitazione di Giuseppina Arena in via Togliatti

A 21 giorni dal delitto di Giuseppina Arena, ieri mattina, mercoledì 2 novembre, i carabinieri della prima sezione omicidi di Torino, in collaborazione con l’Asl, sono tornati nell’alloggio dove viveva la "cantastorie" del Borgo Sud Est, al piano terra di via Togliatti 66.

Un’ispezione necessaria per una attenta bonifica igienica dell’alloggio.

Omicidio Chivasso

Dalle due stanze (camera e cucina) i carabinieri hanno portando via mobili, piatti, sedie, tavoli, soprammobili, libri e riviste.

Ad aiutare i militari anche il fratello di Giusy, Angelo Arena.

I 15 gatti e i due cani della donna sono stati recuperati durante le settimane scorse e affidati alle cure del canile e di volontari che li hanno temporaneamente ospitati nelle loro case.

Intanto proseguono le indagini per identificare chi, nel pomeriggio tra le 13 e le 14 del 12 ottobre, ha ucciso Giuseppina Arena sparandole tre colpi al volto in un campo in frazione Pratoregio.

Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino, coordinate dal magistrato Gabriella Viglione e dal sostituto procuratore Alessandro Gallo della Procura di Ivrea, proseguono a ritmo serrato.

Cosa ci è andata a fare Giusy a Pratoregio all’ora di pranzo di quel maledetto mercoledì? 

Con chi aveva appuntamento?

Ogni pista viene seguita con attenzione. 

Giuseppina Arena

L’esame dei Ris
Massimo riserbo sugli esiti dell’esame stub (il guanto di paraffina) sulle mani e sugli abiti indossati da Angelo Arena, fratello di Giusy, il giorno del delitto. Ci vuole tempo, facevano sapere dal comando dei Ris di Parma dove sono stati inviati i campioni da esaminare, (alcuni anche degli abiti dell’uomo), come ha spiegato il colonnello Giampietro Lago che dirige il Reparto. 

E per quanto l’esame venga definito irripetibile, Angelo Arena non risulta indagato, aggiungono gli inquirenti, “perché l’uomo si è sottoposto volontariamente all’esame” che aveva il carattere d’urgenza. Quali e quanti abiti siano stati presi in esame non è dato sapere, ma certamente non è stato “sequestrato tutto il guardaroba” come inizialmente si vociferava.  Insomma, l’accertamento è in corso mentre, contemporaneamente, si seguono altre piste e si passa al setaccio la vita privata della vittima.

L’uomo misterioso
C’è un uomo misterioso, tra i cinquanta e i quarant’anni, sempre vestito in modo elegante, visto secondo alcune testimonianze in compagnia di Giusy nell’ultimo periodo. Ai carabinieri lo hanno spiegato due testimoni, due donne che vivono a pochi passi dalla casa di Giuseppina.

Una persona di bella presenza, sempre molto elegante. Arrivava alla guida di un’auto scura e in un’occasione Giusy lo ha fatto entrare in casa”, hanno detto.

Cosa, quest’ultima, che la vittima non era solita fare, anzi, aggiunge Laura Mosca, un’altra residente nel quartiere Coppina: “Giusy era molto riservata, in casa non faceva mai entrare nessuno, neppure noi che viviamo qui e che la conoscevamo da anni”.

Quell’uomo elegante e in giacca e cravatta, dunque, sarebbe stato speciale per Giusy, tanto da aprire per lui l’uscio di casa.

Un uomo misterioso notato anche, in un paio di altre occasioni.

Ero lontana – ha riferito sempre una delle due vicine -, per cui non l’ho visto bene, ma in quei frangenti non aveva la giacca e la cravatta, ma era vestito in modo casual, con un giubbotto nero” e alla guida sempre della stessa auto.

L’accompagnatore
La novità di questi ultimi giorni è quella di un testimone oculare il cui contributo potrebbe diventare determinante nella risoluzione del giallo.

Un testimone che potrebbe essere della zona o un professionista, fermo in auto in una piazzola, lì per un appuntamento, che sostiene di aver visto Giusy camminare lungo il tratto di strada che costeggia il boschetto di Pratoregio, in stradale Torino. Alle spalle la Nippon Gases srl, davanti le case della frazione chivassese.

Giusy camminava: le sue mani erano sul manubrio della bicicletta, alla sua destra, invece, c’era un uomo, molto, molto vicino a lei. Il testimone li avrebbe notati, ma di spalle, procedere per diverse decine di metri, fino all’incrocio con la stradina che porta sotto il cavalcavia dove Giusy è stata trovata cadavere. Quell’uomo è lo stesso di cui hanno parlato due vicine di casa di Giusy nei giorni precedenti?

È l’uomo in “giacca e cravatta”, tra i quaranta e i cinquant’anni, sempre vestito in modo elegante, notato in compagnia della vittima al Borgo Sud Est in almeno un paio di occasioni pochi giorni prima del delitto?  Chissà. Il testimone non ha potuto fornire la descrizione del volto dell’uomo. Era distante e i due erano di spalle, mentre si allontanavano in direzione di Pratoregio.

La telecamera
I carabinieri, però, potrebbero risalire a lui attraverso i video registrati dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona.

Una in particolare, posta nei pressi della rotonda dove, arrivando da Chivasso, si può imboccare la provinciale 81 per Montanaro o la via che conduce a Pratoregio, potrebbe dare una mano significativa alle indagini.

Si tratta infatti di un passaggio obbligato se il killer ha raggiunto il luogo del delitto in auto da Chivasso: la vecchia telecamera che illumina la rotonda è lì da anni e dovrebbe essere in funzione ad ogni ora del giorno e della notte. Potrebbe, dunque, aver registrato la targa dell’automobile usata dall’assassino.

Il condizionale è d’obbligo perché, in uno degli ultimi Consigli comunali, il dibattito tra gli amministratori chivassesi s’è concentrato proprio sulla funzionalità degli impianti posti nelle strade e nelle piazze della città.  Anche dalla visione dei video registrati da due telecamere, di ultima generazione e fatte installare di recente dal Comune - quelle sulla strada Provinciale 82 per Montanaro, all’altezza del km 31+00 - potrebbe arrivare un’accelerata all’indagine.

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