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02 Settembre 2021 - 14:48
Arresto dei carabinieri (foto d'archivio)
CRESCENTINO. C’è voluto anche lo spray urticante per fargli lasciare il coltello che stringeva in pugno davanti ai carabinieri. I militari della stazione di Livorno Ferraris hanno arrestato un uomo di 41 anni di Crescentino per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, ma anche per maltrattamenti in famiglia.
E’ accaduto nel pomeriggio di sabato 28 agosto. I carabinieri erano intervenuti dopo la chiamata alla centrale operativa della moglie; disperata e impaurita, al telefono aveva chiesto aiuto visto che l’uomo, ubriaco, l’aveva minacciata ed insultata pesantemente davanti al figlio minorenne.
Dopo pochi minuti sul posto è arrivata una pattuglia di Livorno Ferraris guidata dal comandante Ignazio Casti. La donna ha spiegato al luogotenente che il marito si era chiuso in camera da letto con due coltelli di grosse dimensioni. I carabinieri hanno provato a calmarlo: lui per tutta risposta ha iniziato a brandire una delle lame minacciandoli di morte. Siccome non accennava a lasciare l’arma, i carabinieri gli hanno spruzzato in faccia lo spray urticante che hanno in dotazione per neutralizzarlo e recuperare il coltello.
Viste le condizioni dell’uomo è stato necessario l’intervento di un’ambulanza, arrivata insieme ad una pattuglia di carabinieri della stazione di Ronsecco inviata in supporto. Nonostante tutto l’uomo, mentre veniva portato via, continuava ad insultare la moglie.
La donna, accompagnata in caserma, nello sporgere denuncia ha raccontato che il suo incubo andava avanti da oltre tre anni: i maltrattamenti spesso erano causati dall’abuso di alcol da parte del marito. Per lui è scattato l’arresto: la Procura ha attivato il “codice rosso” e l’uomo è stato portato in carcere.
I carabinieri, dopo aver raccolto la denuncia della donna, le hanno anche fatto presente la possibilità di accedere al “Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”.
La norma, inserita nel dpcm del 17 dicembre 2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale a luglio, riconosce un contributo nella misura massima di 400 euro al mese, per un massimo di dodici mensilità, alle donne vittime di violenza, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali.
Un aiuto per renderle autonome nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza garantendo denaro da impiegare per trovare una sistemazione e risorse per i figli. Il reddito di libertà viene riconosciuto solo dietro istanza di parte da presentata all’Inps.
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