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Gossip
16 Settembre 2025 - 16:08
È bastato un post su Facebook a trasformare un momento privato in un caso pubblico di disinformazione. Nelle scorse ore, un annuncio falso ha attribuito a Giulia De Lellis e Tony Effe la nascita della loro figlia, corredato da una foto di neonata e da una presunta dedica “alla piccola Priscilla”. Una notizia completamente inventata, che ha scatenato lo sfogo dell’influencer, intenzionata a rivendicare il diritto alla privacy e a stabilire un principio etico fondamentale: la maternità non è contenuto da sfruttare a piacimento, ma una sfera da rispettare.
Il post fake ha scatenato reazioni immediate, ma è stato Giulia a prendere parola, chiarendo con fermezza che la neonata ritratta non è sua figlia e sottolineando il danno provocato dall’uso improprio di immagini di minori. “La gente ha perso completamente il senso del rispetto… È vergognoso che il suo volto sia stato preso e diffuso ovunque”, ha dichiarato, chiedendo scusa alla bambina e alla sua famiglia per la violazione. L’influencer ha poi denunciato la pressione costante legata a curiosità morbose su modalità e date del parto, osservando come alcune speculazioni arrivino persino a superare la conoscenza dei medici.
Per De Lellis il problema va oltre il gossip: riguarda la definizione di confini e il rispetto della vita privata. Annunciare nascite, gravidanze o perdite al posto di chi le vive è una forma di violenza, ha sottolineato, e diventa inaccettabile anche quando il soggetto è una persona pubblica. La sua riflessione punta dritto al cuore della questione: prima del personaggio, c’è una persona con diritti, sentimenti e vulnerabilità, un principio che dovrebbe guidare sia chi opera sui social sia chi fa informazione. Particolarmente significativo il passaggio in cui nota come spesso a diffondere certe indiscrezioni siano altre donne e madri, un paradosso che evidenzia quanto sia urgente un patto di solidarietà e responsabilità nella gestione di contenuti sensibili.

Il caso mette in luce alcune dinamiche ormai consolidate nel mondo digitale: la rapidità con cui un post non verificato può diventare “notizia”, la tentazione di anticipare eventi privati con spoiler senza alcuna verifica, e soprattutto il rischio concreto per i minori esposti a diffusione non autorizzata delle loro immagini. Non è solo la falsità a essere pericolosa, ma il meccanismo stesso che la regge: l’illusione che tutto sia condivisibile, subito e senza conseguenze, creando un cortocircuito etico che coinvolge anche il giornalismo.
Alla fine, i fatti restano chiari: nessuna nascita è stata annunciata, la foto diffusa non ritrae la figlia di De Lellis ed Effe, e la coppia rivendica il diritto a comunicare i tempi e le modalità della propria maternità. La posizione dell’influencer si traduce in un monito chiaro: proteggere i minori e rispettare la vita privata non è una scelta editoriale, ma un dovere etico. A pochi giorni dalla paternità del suo ex storico Andrea Damante, De Lellis ribadisce che la maternità sarà condivisa quando e come riterrà opportuno, senza contare su “countdown pubblici” o spoiler sul parto.
Il messaggio è un invito a ripensare il modo in cui il pubblico e i media si approcciano alla vita privata altrui: meno speculazioni, più attenzione e umanità. In un mondo dove la velocità dell’informazione spesso supera il buon senso, la lezione di Giulia De Lellis è chiara: il rispetto della vita privata e della dignità delle persone deve rimanere un principio non negoziabile.


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