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Spettacolo
10 Aprile 2025 - 10:45
La doppia vita di Alessandro Borghese: lo chef diviso tra due paternità
Alessandro Borghese non è solo uno degli chef più amati dal grande pubblico, volto televisivo rassicurante e creativo di successo. Dietro al sorriso e al grembiule, c'è una storia personale densa di chiaroscuri, fatta di assenze forzate, incontri fortuiti e paternità vissute a distanza.
In una recente intervista, Borghese ha rivelato l’esistenza di un figlio di 19 anni, legalmente riconosciuto ma mai conosciuto di persona. Una verità mai nascosta, ma sicuramente poco nota, che solleva interrogativi profondi sul significato della genitorialità oggi. “Non me lo permettono. L’ho saputo tardi, ma l’ho riconosciuto e non mi sono mai tirato indietro”, spiega con tono fermo ma intriso di rassegnazione. Un padre solo a metà, sostenitore puntuale ma escluso emotivamente, legato a suo figlio solo attraverso lo schermo di un computer.
Alessandro Borghese
È una storia che riecheggia quella di tanti genitori separati, figli cresciuti altrove, legami mai sbocciati, ma che nel caso di Borghese si intreccia con una figura pubblica sempre più esposta. In un mondo dove ogni aspetto della vita viene raccontato sui social, la distanza emotiva diventa un silenzio che pesa.
Ma la vita, con le sue svolte imprevedibili, ha offerto a Borghese un’altra chance di felicità. Nel 2009, durante un’intervista a Milano, incontra Wilma Oliverio. “Mi ha incuriosito il suo nome”, racconta. Un nome antico, quasi fuori dal tempo, come fuori dal tempo sembrava quell’incontro. Da lì, sei mesi e un matrimonio, poi due figlie — Arizona e Alexandra, nate nel 2012 e nel 2016 — che oggi rappresentano il centro affettivo e identitario dello chef. “Sono gelosissimo di loro”, confessa, e nelle sue parole si avverte l’urgenza di proteggere ciò che il destino gli ha concesso dopo un inizio segnato dalla distanza.
Due paternità, due modi di vivere l'amore genitoriale: uno negato nei fatti, ma non nel cuore; l’altro quotidiano, costruito giorno dopo giorno. Un contrasto che mostra un Borghese lontano dai riflettori, più vulnerabile ma anche più vero. La sua storia è uno specchio di tante realtà familiari contemporanee, dove biologia e presenza non sempre coincidono, e dove ogni equilibrio si conquista tra rimpianti e nuove fondamenta.
In fondo, anche la vita — come la cucina — è fatta di ingredienti imperfetti, errori corretti in corsa, e di piatti che a volte riescono solo alla seconda occasione.
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