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Simona Ventura, un anno dopo la paresi: “Non lo dimenticherò mai”

La forza di guarire grazie all’amore e alla medicina

Simona Ventura, un anno dopo la paresi: “Non lo dimenticherò mai”

Simona Ventura, un anno dopo la paresi: “Non lo dimenticherò mai”

Era il 4 aprile del 2024 quando Simona Ventura si è trovata a combattere con qualcosa di totalmente sconosciuto: una paresi facciale. Una forma di Paralisi di Bell, che le ha bloccato la parte sinistra del volto e le ha cambiato la vita. A distanza di un anno, la conduttrice torna a parlarne sui social, mostrando una foto che racconta meglio di mille parole la difficoltà di quel momento. “Non lo dimenticherò mai”, scrive. E come darle torto.

Non solo il trauma fisico e la paura, ma anche la scoperta – amara – che a volte la salute può venire meno senza preavviso. “Una condizione di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza”, ammette, raccontando come sia riuscita a guarire in un mese e mezzo, grazie alla tempestività dei medici e a un mix di terapie: farmacologica, ozonoterapia, fisioterapia con lo staff di Sport Education Team. Ma soprattutto, grazie alla sua forza interiore e a chi le è stato accanto.

Un nome su tutti: Giovanni Terzi, il marito, che non l’ha mai lasciata sola. “Il sostegno di Giovanni e della mia famiglia è stato fondamentale”, scrive lei. E lui risponde con parole che sono una dichiarazione d’amore pubblica: “Amore mio, come sempre hai dimostrato una caparbietà e una verità unica. Non solo hai combattuto con forza e tenacia, ma non hai mai fatto mancare il tuo sorriso, ogni mattina. Sono orgoglioso di essere tuo marito. Ti amo”.

La Ventura, che il primo aprile ha compiuto 60 anni, oggi guarda a quel periodo con lucidità e gratitudine. Sa che è stato un passaggio duro, ma anche un’occasione per entrare in contatto con tante altre persone che hanno vissuto lo stesso problema. “Se dovesse capitare anche a voi e sentite il bisogno di parlarne, scrivetemi in direct. Sarò felice di condividere ogni passaggio del mio percorso”, dice rivolgendosi al suo pubblico.

Un gesto che racconta la sua umanità. Dietro la donna di spettacolo c’è una persona vera, capace di trasformare la fragilità in vicinanza, la sofferenza in dialogo. E il dolore in memoria condivisa.

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