COSSANO CANAVESE. Si scaldano i motori per la XVIII edizione della Sagra del Fungo organizzata dalla Proloco in collaborazione con il Comune. L'evento si terrà il 2 e 3 ottobre in versione "Covid Free". Sabato 2 ottobre, alle 15 dal piazzale della Proloco partirà la visita guidata alle Opere del Map lungo le vie del paese. Al termine si terrà una passeggiata tra i boschi di querce e di castagni alla scoperta della "pera cunca" a cura delle guida Cristina Avetta. Alle 20, nel salone della Proloco si terrà la cena tipica a base di funghi preparata dalla locale associazione turistica. (L'ACCESSO E LA PARTECIPAZIONE ALLA CENA SONO CONSENTITI SOLO AI POSSESSORI DEL GREEN PASS). Domenica 3 ottobre alle 9,30 per le vie del paese e nel piazzale Proloco, apertura della Fiera Mercato. Dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 apertura del Punto Informativo in via Torino 7 con possibilità di visita alla Rete Museale dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea con foto, documenti e video biografico sulla poetessa Giulia Avetta e sulle opere del Museo all'Aperto di Arte e Poesia. Alle ore 11 nel Piazzale Proloco - via Ettore Perrone, si potranno gustare ed acquistare i prodotti tipici della Proloco: funghi, panissa e polenta dolce. Alle 13,30 per le vie del paese e nel Piazzale Proloco, il Gruppo Musicale 3+1 delizierà i presenti con la sua musica.
CURIOSITA': LA PERA CUNCA
La “pera cunca” è uno dei massi-altare più noti del Canavese. Con tale nome si designano pietre recanti incise cavità più o meno profonde, collegate tra loro da canaletti, che potrebbero in qualche modo essere state utilizzate per riti sacrificali. Generalmente tali massi non sono databili, e se lo sono possono appartenere a culture che con quella celtica hanno pochi punti in comune; inoltre ci sono abbondanti prove di quanto i riti genericamente “pagani” siano stati praticati molto avanti nell’età cristiana. La rivelazione della presenza di tale masso fu fatta intorno al 1920 al Soprintendente di quel tempo e fu definita, negli anni successivi, un “masso-altare”. Le coppelle canalizzate e la vasca centrale ben si adattano ai culti che prevedono libagioni su pietre sacre a forma di altare, più volte descritte dai cronisti di età romana riferendosi ai popoli indigeni preesistenti nel Nord Italia. È comunque necessario muoversi con cautela su tali informazioni classiche, poiché senza un riscontro archeologico può essere facile arrivare a conclusioni affrettate o erronee. La pietra, un masso erratico, era già nota da tempo e veniva chiamata tradizionalmente dagli abitanti “Pera Cunca” ossia “Pietra Conca o Concava”. Essa si trova sulle pendici più meridionali dell’Anfiteatro morenico di Ivrea tra le ultime colline che testimoniano la massima estensione a sud della lingua glaciale. È probabile che sia quest’ultimo il responsabile della presenza in loco della pietra, che la depositò quando il ghiacciaio iniziò a ritirarsi. Numerosi massi costellano la zona resa brulla dalle colline moreniche, ma nessuna altra pietra presenta incisioni interessanti o di un certo significato. Solamente il complesso di incisioni del Bèc Renon (il sito, sopra Quincinetto a più di 1900 metri di quota, che ha restituito qualche frammento ceramico della tarda Età del Ferro) sembra avere qualche analogia nella lavorazione delle coppelle. Storia e descrizione del sito: La pietra incisa ha una forma vagamente cilindrica, avente un diametro di circa due metri ed un’altezza media di 60 cm. La parte interna è dominata da una grossa cavità di forma grossolanamente ovale. Le venature caratteristiche della pietra rivelano un’origine metamorfica. La pietra infatti è un micascisto con estese inclusioni di quarzo ed è abbastanza comune nella zona. Un po’ meno comune invece è la forma generale del masso che non appare, ad un esame superficiale, essere stata modellata artificialmente. È probabile, anzi, che proprio tali caratteristiche (la forma cilindrica e la vasca centrale) le abbiano conferito un posto “speciale” rispetto alle altre pietre circostanti. Informazioni: La pietra si trova nella località chiamata Lusenta (o Lucenta probabilmente da “lucus” bosco), a nord-est dell’abitato, immersa nei boschi di querce e castagni, tra i comuni di Borgomasino, Caravino e Cossano, proprio nei pressi del triplice confine. La localizzazione è approssimativa.
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