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Fino al 31 gennaio stop alle feste in piazza e alle discoteche. Ecco le nuove regole

Fino al 31 gennaio stop alle feste in piazza e alle discoteche. Ecco le nuove regole

Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19

Niente feste in piazza e discoteche chiuse fino al 31 gennaio, niente più caffè al bancone per i non vaccinati, super pass per andare in un museo o in palestra, mascherine Ffp2 obbligatorie per bus e metropolitane, andare allo stadio o al cinema, tamponi a campione per chi entra in Italia anche dai valichi di frontiera, 9 milioni per garantire uno screening nelle scuole e assicurare il rientro in sicurezza dopo le vacanze. Con Omicron salita al 28% dei casi e destinata ad esplodere nelle prossime settimane e il record assoluto di positivi in quasi due anni di pandemia, oltre 44mila in 24 ore, il governo vara l'ennesimo decreto per cercare di contenere la pandemia ma è scontro sull'obbligo vaccinale nel mondo del lavoro. Il testo approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri, 10 articoli in tutto nella bozza, non prevede infatti l'obbligo di vaccino né per i dipendenti della Pubblica Amministrazione né per altre categorie. Una misure che era stata sostenuta in primis dal ministro della Pa Renato Brunetta, da quello della Salute Roberto Speranza, ma anche da altre forze di maggioranza, tra cui Italia Viva. Lo stesso premier Mario Draghi sarebbe stato favorevole, visto che nella conferenza di fine anno era stato proprio lui ad aprire alla possibilità. In Cdm però diversi ministri, quelli della Lega in particolare, hanno espresso dubbi, sia sulla praticabilità dell'obbligo sia sulle categorie da includere. La discussione sarebbe stata anche tesa ma alla fine si è deciso all'unanimità di rinviare ad una successiva valutazione. Che potrebbe esserci quando, il 29 dicembre, arriveranno i risultati definitivi della flash survey o dopo il 3 gennaio, quando è in programma la nuova indagine dell'Iss. E se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, ha ribadito comunque ieri il premier, si agirà in ogni caso "in tempi brevissimi", con l'obbligo per tutti che resta "sullo sfondo". Le altre misure di cui si era parlato alla vigilia del Cdm, invece, ci sono tutte. NIENTE FESTE IN PIAZZA E DISCOTECHE - Il decreto prevede innanzitutto lo stop a tutti gli eventi e le feste previste in piazza e i concerti all'aperto fino al 31 gennaio in tutta Italia per evitare assembramenti. Una misura presa anche per uniformare le varie decisioni che erano state già adottate da regioni e sindaci. Chiuse anche le discoteche e i locali da ballo: una scelta che è stata fatta durante il Cdm perché nella bozza era previsto che chi volesse andare ad una festa in un locale o a ballare in discoteca dovesse aver fatto il booster o avere un tampone negativo se ancora in attesa della terza dose. SUPER PASS ANCHE PER IL CAFFÈ AL BAR, MUSEI E PALESTRE - Un'altra misura molto dura è l'estensione del pass rafforzato a settori che fino ad oggi ne erano esclusi. Fino alla conclusione dello stato di emergenza, previsto al momento per il 31 marzo, potranno prendere il caffè o mangiare al bancone solo i vaccinati e i guariti: il decreto prevede infatti l'obbligo del super green pass anche per i servizi di "ristorazione al banco", mentre fino ad oggi bastava il pass base. Ma il pass rafforzato, a partire dal 30 dicembre, è esteso anche a musei e luoghi di cultura, a piscine, palestre e sport di squadra, ai centri benessere e ai centri termali, ai centri culturali, sociali e ricreativi, alle sale gioco, sale bingo e casinò. Non si potrà più entrare con il solo tampone. Per accedere a Rsa e hospice, invece, si dovrà aver fatto il booster oppure, se si hanno solo due dosi, bisognerà fare anche il tampone. E anche il Vaticano prova a blindarsi, mettendo l'obbligo del pass rafforzato per chi lavora nello Stato pontificio, per chi accede ai servizi e per i visitatori. Esclusi solo i fedeli che vanno a messa. MASCHERINE ALL'APERTO E FFP2 SU BUS E METRO - Ampiamente annunciato, arriva l'obbligo di utilizzo anche all'aperto in tutto il paese fino al 31 gennaio delle mascherine. Non solo. Il Cdm ha deciso di estendere l'obbligo delle Ffp2 fino alla fine dello stato d'emergenza per cinema, teatri, stadi, palazzetti e mezzi di trasporto compresi bus e metrò. In tutti questi luoghi, inoltre, è vietato il consumo di cibi e bevande. Nel decreto non c'è invece un intervento per calmierare i prezzi delle FFp2, come era stato chiesto da Forza Italia e Italia Viva. GREEN PASS A 6 MESI - Altro intervento pienamente condiviso e suggerito dagli scienziati era la riduzione della durata del pass. Dal primo febbraio varrà 6 mesi poiché ormai è certo che la protezione dei vaccini cala fortemente dopo 180 giorni. La misura scatterà dunque tra 40 giorni proprio per dare tempo a tutti coloro che non la hanno ancora fatta di fare la terza dose. Con un'ordinanza del ministero della Salute verrà inoltre anticipata ulteriormente la possibilità di fare il booster: da 5 a 4 mesi. RAFFORZATI I CONTROLLI ALLE FRONTIERE - Il governo ha infine deciso di rafforzare i controlli alle frontiere: verranno fatti in aeroporti, porti, stazioni e valichi terrestri dei test antigenici o molecolari a campione su chi entra in Italia. In caso di positività, si dovrà andare in isolamento per 10 giorni, se necessario anche nei Covid Hotel "in modo da garantire la sorveglianza sanitaria per tutto il periodo necessario".

Scuole aperte e screening straordinario al rientro  Speranza, vanno tutelate. Presidi, bene ma 1/7 è dietro l'angolo

Uno screening straordinario per gli studenti per ritornare sui banchi in sicurezza dopo l'Epifania. Allontanata l'ipotesi di allungare le vacanze si punta sul testing per tornare in classe. "Crediamo" che le scuole "vadano tutelate come presidio fondamentale del nostro Paese e un rafforzamento dello screening soprattutto nella fase di rientro sarà indispensabile per creare condizioni di maggiore sicurezza" ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del Consiglio dei ministri. E per garantire l'attività di screening scenderà in campo anche la sanità militare. Per "assicurare l'individuazione e il tracciamento dei casi postivi nelle scuole", il ministero della Difesa "assicura il supporto a regioni e province autonome nello svolgimento delle attività di somministrazione di test" per la ricerca del Covid e nelle operazioni di "analisi e di refertazione attraverso i laboratori militari" presenti sul territorio. È prevista una spesa di 9 milioni "per incrementare le capacità diagnostiche dei laboratori militari e garantire il corretto espletamento delle attività". E i presidi vedono di buon occhio la possibilità di uno screening per i ragazzi. "Siamo favorevoli - commenta Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e componente del consiglio nazionale Anp - è una misura che rende più sicuro il rientro a scuola dopo un periodo di vacanza in cui i ragazzi vedranno persone. Ma alle parole devono seguire i fatti. Non abbiamo molto tempo: il 7 gennaio è dietro l'angolo". Per Rusconi, "se ne parla da un anno di screening per la scuola, ma non ho visto un granché. Speriamo che questa volta sia diverso". E lancia la proposta di utilizzare alcuni plessi scolastici, che hanno a disposizione ampi spazi all'aperto, come hub per effettuare i tamponi. "Si approfitti delle scuole - spiega - alcune posso diventare baricentro di altri istituti facendo confluire di ragazzi che vivono in zone vicine. Potrebbero essere usati dei camper come avviene, ad esempio, per la raccolta del sangue. Su questi hub potrebbero concentrarsi centinaia di ragazzi che non devono così raggiungere hub distanti". Una soluzione, secondo Rusconi, fattibile anche durante le vacanze perché - spiega - "le scuole, salvo i giorni festa non sono chiuse. Non c'è la didattica ma sono sempre aperte. Se invece si pensa di realizzare lo screening su pochi hub lontani sarà un fallimento".
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