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26 Gennaio 2014 - 16:03
Davide Vannoni
Cosa ci faceva Davide Vannoni a Ciriè? Semplice: perché qui c’è il suo braccio destro. Quello sinistro, invece, si trova in Svizzera. Da un’inchieste del settimanale L’espresso è emerso che il guru delle staminali avrebbe conferito i diritti di sfruttamento del metodo Stamina a due società anonima di diritto svizzero, Biogenesis Tech S.A. e Biogenesis Research S.A.Tutte e due, secondo il registro della Camera di commercio svizzera, sono domiciliate a Lugano, via Greina 3, presso la sede di un’altra società anonima, la Laris Fiduciaria.
E nel board delle sue società figura Luigi Bonavita, il padre di Erika e Salvatore, i due fratelli di Nole saliti alla ribalta delle cronache a marzo 2013 per aver chiesto al Tribunale di Torino di poter ricevere il trattamento Stamina come “cura compassionevole”. Insieme a lui c’è Mario Tetti: classe ’72, domiciliato a Balangero, Tetti è un imprenditore, già socio di Bonavita in un’attività imprenditoriale ed è un altro fan convinto di Stamina. E’ stato lui a organizzare materialmente l’incontro di Vannoni con i suoi seguaci presso la sala incontri del Gotha Hotel, la sera di venerdì 17 gennaio. Serata rigorosamente off records, contrariamente alle consolidate abitudini di Vannoni, molto amante delle luci della ribalta: niente foto, niente curiosi, niente telecamere. Oggetto dell’incontro, pare, come andarsene dall’Italia per proseguire le cure con le staminali, intento che Vannoni di fronte ai taccuini negherà, ma che ha più volte “minacciato” e messo in pratica. Vedi, per esempio, le infusioni effettuate a San Marino, prima che anche là gli chiudessero le porte. Tetti dichiara: “Sì, che male c’è? Del resto le due società non hanno mai operato”.
Premesso che è quantomeno strano che si apra una società come si aprirebbe, pare, un finestra, qualcosa hanno fatto. A loro sono stati conferiti i diritti mondiali di sfruttamento del metodo Stamina. E una quota di Biogenesis Tech è stata acquisita per 440 mila 32 euro da Medestea Stemcells, una società del gruppo farmaceutico Medestea di Torino, guidato da Gianfranco Merizzi. Proprio quei 400 mila euro con una parte dei quali Vannoni si sarebbe comprato la Porsche Carrera Cabrio con targa svizzera e intestata alla società che, dice, in seguito avrebbe venduto e che starebbe “ricomprando in leasing”, perché i soldi gli sarebbero serviti per comprre attrezzature mediche per curare i malati. Una procedura quantomeno curiosa: uno, stupidamente, potrebbe chiedersi perché non ci avesse pensato prima. Ma chi sono gli azionisti delle due Biogenesis? “L’Espresso” lo ha chiesto a Merizzi: “Partners e amici. Ma non le dico nulla di più, siamo stufi di raccontare fatti che poi vengono riportati in modo distorto”, riporta il settimanale. Ma Vannoni è socio? “Ripeto: non le dico nulla di più”. Alla presidenza di Biogenesis Research c’è il ticinese Nello Pedrazzi. Anche lui fa scena muta: alla tv svizzera ha affermato che si tratta di un’attività recente, riattivatasi dopo un lungo periodo di sosta. Insomma, operano, non operano?
Nell’attesa, per Vannoni il prossimo appuntamento pubblico è previsto per venerdì 7 febbraio, presso il Tribunale di Torino, dove dovrà rispondere di tentata truffa. L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi, riguarda il finanziamento di 500 mila euro, richiesti nel 2008 alla regione Piemonte per “lo sviluppo di tecnologie mediche applicabili tramite l’utilizzo di cellule mesenchimali autologhe”. Secondo gli inquirenti Vannoni avrebbe cercato di sfruttare, pur di ottenere quel denaro, i rapporti privilegiati con alcuni politici locali, indicato falsi casi di gurigione, almeno sei e rapporti con illustri clinici che sono risultati all’oscuro di tutto . L’autorizzazione ad erogare i soldi, con una delibera di giunta già pronta per essere approvata, è stata fermata all’ultimo momento da Mercedes Bresso, sconsigliata da tre esperti del settore, tramite l’assessore Andrea Bairati.
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