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09 Maggio 2018 - 14:48
Dallo scorso sabato 4 maggio, data di inaugurazione, fino a domenica 3 giugno è visitabile a Villa Remmert “Scarlatto”, retrospettiva che celebra l’artista Enrico Colombotto Rosso (Torino 1925-Casale Monferrato 2013). Alla mostra promossa e sostenuta dalla Fondazione che al Maestro è intitolata, curata dal critico d’arte Gorgia Cassini e patrocinata dalla Città di Ciriè è affidato il compito di presentare al pubblico un ampio e significativo spaccato della produzione artistica di Colombotto Rosso, esponente contemporaneo tra i più famosi, del neosurrealismo. Opere di simbologia forte ed intensa, a tratti scomoda perché angosciante. Quadri che affrontano temi cari all’artista, che parlano, a volte urlano di specie umana alla ricerca della propria identità, sempre in equilibrio precario tra il reale e l’astratto. Tele sospese tra figurazione e astrazione dalla espressiva orchestrazione cromatica. “Forze vitali che vengono consacrate agli aspetti oscuri dell’esistenza facendo della solitudine, della sofferenza, della disperazione, della decadenza e della morte i temi dominanti delle sue composizioni. I suoi quadri sono intrisi di tensione nervosa, sono un pullulare di umori e stati d’animo”.
Allestito sui due piani di una Villa Remmert che continua a confermarsi luogo adatto e suggestivo alla cultura in tutte le sue rappresentazioni, il progetto espositivo si articola attraverso quattro ambientazioni negli altrettanti spazi in stile liberty. Nella sala d’entrata, con alcune prime opere in tempera e china, un’inquietante “Icaro” in olio su carta. Nella seconda, l’esposizione erompe tra visioni poetiche ed allucinate nelle tinte cromatiche del rosso: è la sala dell’olio su tela dell’ “Urlo” e delle grandi figure scarlatte in olio su carta che nomadi dei loro pensieri paiono muoversi nelle arcaiche danze degli amori Nella terza, le tinte si smorzano e i teleri abbandonata “l’atmosfera allucinata dell’arte di Much” scelgono di esprimersi “con il segno mordente e sicuro di Klimt”. È la stanza degli oli su tela “di esseri inconcepibili, uomini dai corpi di farfalla, lepidotteri dalle movenze umane” sui toni del verde e degli oli di masonite in quelli del blu. Al piano superiore la serie delle chine su tela “raffiguranti gli amati gatti dove il realismo colombottiano è più efficace di qualsiasi altra raffigurazione”, quella delle chine su carta del Pinocchio di Colombotto Rosso, burattino con “un’estetica assoluta e particolare”. E nuove tele ripropongono i temi centrali di uno dei maggiori esponenti della pittura italiana del secondo novecento. Una vecchia maschera in particolare, un volto alterato e pieno di nebbia, rimanda alle opere degli esordi del maestro, quando i protagonisti erano i ricoverati del Cottolengo. Ed ancora, del pittore tra i più famosi della pittura italiana del secondo novecento, due simmetrici collage per altrettanti effetti racchiusi nel legno, dall’intitolazione, “Ricordi” e “La vedova.”
La mostra in via Rosmini 3 conserverà il seguente orario: venerdì 15-18 e sabato e domenica 10-12.30 e 15-18. Info anche per gli interessati ad eventuali acquisti delle opere del maestro Enrico Colombotto Rosso al 349 3800014 o info@enricocolombottorosso.it
Sara Gasparotto
LA VOCE DEL CANAVESE
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