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01 Novembre 2017 - 09:14
Più che un maestro di Karate. Un secondo padre, un maestro di vita, un amico.
Questo e tanto altro era Giuseppe Cantello, 64 anni, morto nella notte tra sabato e domenica. Una vita passata a Corio, gli ultimi anni a San Maurizio, al fianco della moglie Dalila e della figlia Alessia. Lo piange la famiglia e lo piange tutto il mondo dello sport del ciriacese e delle Valli di Lanzo. Cantello è stato maestro di Karate quinto dan, pioniere della disciplina in Piemonte. Negli ultimi trent’anni ha cresciuto sotto la sua ala protettrice centinaia di bambini e ragazzi appassionati di arti marziali. Il maestro aveva cominciato a insegnare nel 1983 a Nole, per poi spostarsi a Corio, San Carlo e Ciriè. La sua scuola, il “Dojo Shotokan”, ha portato il Karate di alto livello in tutto il territorio. Fino al 2011, quando il maestro ha deciso di tirare i remi in barca e prendersi un po’ di meritato riposo.
Hanno poi continuato la sua opera gli allievi Mauro Salviato e Alessandro Roca, divenuti maestri, che hanno fondato nel 2013 l’Asd Dojo Heian, che si appoggia per le attività al Gym Club di Ciriè. “Abbiamo portato avanti i suoi insegnamenti con un’altra società - racconta orgoglioso Salviato -. Quando riusciva veniva a darci una mano, ci faceva compagnia. Lo abbiamo sempre coinvolto nelle nostra attività”. Cantello è andato in pensione due anni fa, dopo tanti anni passati a lavorare nella vigilanza notturna. “Era una persona sempre allegra, sorridente, gli piaceva stare in gruppo - prosegue Salviato -. Come maestro era serio e severo, ma aveva sempre a cuore tutti i suoli allievi. Quando finiva lezione, i bambini gli saltavano addosso. Il maestro ha cresciuto tanti ragazzi sì a livello sportivo, ma soprattutto dal punto di vista umano, anche perché nel Karate i due aspetti viaggiano insieme. Aveva un magnetismo particolare verso i bambini, quando parlava pendevano dalle sue labbra, erano rapiti dalle sue parole dette con calma e tranquillità. Personalmente incontrarlo mi ha cambiato la vita. Lui e il Karate mi hanno dato tanto, mi hanno insegnato a superare le difficoltà”.
Un uomo dal cuore d’oro, insomma, e lo conferma senza indugio anche Roca. “Per me è stato un secondo papà - racconta -. Ho iniziato con lui a praticare Karate, quando avevo 6 anni, e con lui ho continuato fino a pochi anni fa. Il maestro ha svolto un ruolo sociale nel territorio, ha tirato su parecchi campioni e allievi, non solo nella parte sportiva. Era una persona allegra, solare, la sua filosofia era cogliere l’attimo, godersi la vita”.
Tra i tanti che lo piangono anche l’amico di lunga data Marco Fassero, Presidente del Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile di Torino, nonché arbitro di Karate. “Eravamo al campionato italiano assoluto ad Arona quando abbiamo appreso la notizia - ci spiega triste -. Per commemorarlo abbiamo fatto un minuto di silenzio. Il maestro Cantello era una persona molto stimata, tra i maestri che hanno contribuito in modo decisivo alla crescita della disciplina in Piemonte. Oltre che un maestro di Karate, un maestro di vita”.
Cantello se n’è andato per un brutto tumore ai polmoni, dopo 2 mesi di ricovero prima a Ciriè poi a Lanzo. “Aveva da tempo problemi di salute, respirava a fatica - sospira Salviato - ma non gli avevano mai diagnosticato nulla di questo tipo”.
Sui social un’infinità di persone hanno scritto post, commenti e messaggi per dare l’ultimo saluto al maestro. C’è anche un messaggio dalla federazione: “Il Comitato FESIK Piemonte si stringe intorno ai tecnici Salviato Mauro e Roca Alessandro per la perdita del loro Maestro Cantello Giuseppe, porgendo loro e alla famiglia del Maestro le più sentite condoglianze”.
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