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19 Ottobre 2017 - 11:22
Il sindaco Loredana Devietti risponde per le rime alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Francesco Brizio, ex primo cittadino, attualmente consigliere di minoranza in quota Pd.
Dal dem erano partite critiche taglienti una più dell’altra: Devietti è incompetente, si fa governare solo dalle spinte dal basso ma non ha un progetto per il futuro di Ciriè, improvvisa, fa propaganda ma manca di sostanza. Tra i temi toccati dall’ex primo cittadino, anche il futuro del centro storico (“Non partire fin da subito con la riqualificazione di via Vittorio vuol dire aver paura di prendere le decisioni”) e della ferrovia (“Dobbiamo puntare all’interramento senza se e senza ma”).
Devietti, dal canto suo, si divincola tra le stoccate. E contrattacca, rispedendo le accuse al mittente. “Ciriè - dice - è una città che nei 10 anni precedenti è rimasta ferma sulle infrastrutture, sulle scelte strategiche, in cui chi l’ha amministrata si è occupato dello stretto indispensabile senza una proiezione a lungo termine. Leggendo l’intervista all’ex sindaco, sembra quasi che il consigliere di opposizione di oggi che pontifica su ciò che bisognerebbe fare non sia la stessa persona che ha governato questa città negli ultimi due mandati: un vero e proprio caso di sdoppiamento di personalità. Colui che è stato sindaco di Cirié per 10 anni si accorge solo oggi dei problemi che non è stato capace di risolvere”. Toni ancora più accesi da parte della Devietti sulla questione ferrovia. “Mentre Cirié era ferma, in questi anni i comuni limitrofi risolvevano i problemi dell’attraversamento della ferrovia - polemizza - e pensare che i loro sindaci non erano neppure presidenti di GTT come il sindaco di Ciriè!”. E non mancano i colpi di mannaia sulla casa di riposo “Il Girasole”...
“Mentre altri comuni si strutturavano per risolvere il problema delle residenze per anziani - dice, quasi urla - Cirié, caso unico in Piemonte, lasciava scadere tre, dicasi tre, proroghe negli ultimi anni per l’adeguamento della Casa di Riposo “Il Girasole” senza che l’ex sindaco avesse il coraggio di dichiarare ai cittadini che pensava fosse meglio chiuderla, come è emerso ultimamente. Noi ci siamo candidati a governare la città perché la amiamo e pensiamo che meriti di più. Ci caliamo ogni giorno nella realtà della città e portiamo avanti con convinzione e determinazione le strategie e gli indirizzi che vogliamo dare alla città, sempre però con l’umiltà di parlare con la gente e di ascoltarne i consigli, assumendoci poi la responsabilità di decidere. Se nel corso del mio mandato mi si pone davanti la scelta di chiudere o mantenere in città una struttura come il Girasole, io mi assumo la responsabilità di scegliere la strada di combattere per mantenerla, non per seguire gli umori dei cittadini ma perché sono convinta che sia la cosa giusta e perché un sindaco, un amministratore deve avere il coraggio di decidere e anche di cambiare la sua programmazione quando è necessario”.
C’è tempo per rincarare ancora la dose... “Non mi preoccupo di quello che l’ex sindaco pensa di me e della mia maggioranza, posso capire la sua amarezza e persino la sua acidità - conclude Devietti -. L’unica cosa che mi interessa è fare il meglio per la mia città. E sono convinta che per fare questo la cosa più importante sia viverla, stare tra la gente e capire le sue esigenze, non arroccarsi nei palazzi o salire sui piedistalli”. E pensare che c’era un tempo in cui Devietti e Brizio andavano d’amore e d’accordo. Quando l’ex primo cittadino proponeva alla “number one” del Palio dei Borghi di entrare in giunta a fare il vice sindaco, in quota Udc. Sono passati pochi anni, sembrano secoli. E riecheggiano i versi di “Anima Fragile” cantati da Vasco Rossi: “E la vita continua anche senza di noi, che siamo lontani ormai. Da tutte quelle situazioni che ci univano, da tutte quelle emozioni che bastavano, da tutte quelle situazioni che non tornano mai, perché col tempo cambia tutto lo sai, cambiamo anche noi”.
Cambiano i sindaci, cambiano i rapporti politici, e quel che rimane è una cosa sola: guerra aperta.
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