“Nonostante la gravità delle sue affermazioni, non sono riuscito a faremo a meno di provare per lui una profonda tenerezza”. Il consigliere del centrodestra Davide D’Agostino, a ruota libera, risponde con una lettera aperta alle esternazioni del vice segretario dell’Anpi di Ciriè, Olindo Matta. Quest’ultimo, nei giorni scorsi, aveva denunciato la presenza di “fascisti in consiglio comunale, fascisti per la strada, fascisti nelle scuole”, puntando il dito proprio contro l’esponente di Fratelli d’Italia. “Come vogliamo definirli, se non fascisti? - aveva detto -. Nel caso facessero una bella dichiarazione pubblica antifascista, chiederemmo scusa…”. Un’invettiva bella e buona al quale D’Agostino replica senza mezzi termini. “Provo profonda tenerezza - scrive - non solo per la determinazionenel tentare di combattere una guerra civile che era con ogni probabilità già terminata prima che lui fosse in grado di imbracciare un fucile, ma sopratutto per essersi accorto di quanto stia accadendo in Consiglio comunale dopo “appena” 11 anni dalla mia prima candidatura nelle fila di Alleanza Nazionale, partito nato dall’MSI che già esprimeva un sua rappresentanza ben prima della mia elezione”. Secondo D’Agostino “forse il vero obiettivo della sua guerra personale sono i vertici istituzionali dell’ANPI che in questi anni hanno condiviso con me l’impegno politico dentro e fuori il consiglio comunale con serenità e un rispetto civile a lui del tutto estranei”. Il consigliere passa dalla replica a Matta ad una vera e propria invettiva contro l’Anpi. “Non posso fare a meno - prosegue - di denunciare una visione distorta della Resistenza che nulla ha a che vedere con il veleno sputato fuori tempo massimo da un esaltato che, oltre a non rendersi conto dei tempi in cui viviamo, gioca allegramente sulla pelle di ragazzini e studenti che, insieme al fuoco della passione ideologica, avrebbero diritto di assorbire nelle organizzazioni politicizzate come la sua anche dosi abbondanti di quello comunemente definito come “sale della democrazia”: il confronto. Un ingrediente essenziale per la sana crescita politica di qualsiasi cittadino ma che richiede, per essere assorbito, la capacità di mettersi in discussione e la volontà di saper ampliare le proprie vedute. Doti evidentemente difficili da sviluppare (o anche solo da mantenere) all’interno di una associazione ormai appiattita su posizioni di puro odio basate su un antifascismo d’accatto e antistorico, vera causa del solco che ha allontanato dall’ANPI persino chi la Resistenza l’ha vissuta davvero figuriamoci quegli studenti che oggi rispondano col ribrezzo ai volantinaggi davanti alle scuole: sono giovani, mica stupidi. A nessun’altra associazione che vive di contributi pubblici e in sedi di proprietà comunale sarebbe concessa una tale discrezionalità di invasione di campo nella politica ma, soprattutto, nessuna componente di qualsiasi regolare associazione d’arma si sognerebbe mai di usare la Storia che rappresenta per questioni politiche e personalismi di piccolo cabotaggio ed è per questo che i loro raduni nazionali continuano ad essere delle vere feste di popolo”.
manuel.giacometto@gmail.com
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