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CIRIÈ. Bambino di 3 anni dimenticato sul pullman

CIRIÈ. Bambino di 3 anni dimenticato sul pullman
Di ritorno dalla gita, un bambino dell’asilo di 3 anni è stato dimenticato per circa mezz’ora sul pullman. È successo nel primo pomeriggio di lunedì 3 aprile a Ciriè e subito su facebook si sono scatenati genitori, amici e cittadini. Cos’è successo? Semplicemente che le maestre della scuola d’infanzia “Luigi Chiariglione”, al ritorno da una gita al castello di sale di Rivoli, nell’accompagnare alcuni bambini davanti alla scuola di via Montebello dove c’erano ad aspettarli i genitori e nel fermarsi con degli altri in corso Nazioni Unite (e anche qui c’erano dei genitori in attesa),  han fatto un po’ di confusione. Bambini di qua e bambini di là, davanti al Chiariglione ne mancava uno. “Dov’è nostro figlio” han chiesto i genitori. “Sarà venuto a prenderlo il nonno...” han più o meno risposto le maestre. E invece? Invece no! Non era andata così. Il bambino si era addormentato sul pullman e nel tran tran di corso Nazioni Unite nessuno si era accorto della sua presenza. Prontamente sono stati contattati i carabinieri per appurare la situazione e risolvere il problema, che infatti si è risolto  mezz’ora al deposito dei pulman, dove nel frattempo era stato portato il bambino. Insomma, solo un grande spavento. Costernati i vertici della scuola. “È stato un grave disguido, ma per fortuna siamo riusciti a risolverlo velocemente - spiega la dirigente Paola Fè -. Abbiamo contattato tutte le 182 famiglie per spiegare cos’era successo, abbiamo risposto a tutti quelli che volevano chiarimenti”. Nei confronti della maestra che ha commesso l’errore, la scuola d’infanzia dichiara di aver preso gli opportuni provvedimenti. “Ma non c’è bisogno di farne tanta pubblicità - prosegue -. Noi ci prendiamo tutte le nostre responsabilità, ma in questo momento è importante tutelare il minore e la famiglia”. I vertiti del Chiariglione, adesso, chiedono solo silenzio. “Sarei stata anche contraria a che uscisse qualsiasi articolo - conclude  -. E poi tutti quelli che continuano a scriverne su Facebook sappiano che non è un gioco, in questa storia ci sono di mezzo dei minori”.  Già, perché è proprio sui social, nei giorni successivi a lunedì, la voce di ciò ch’era successo ha cominciato  a girare, così tanto che sarebbe stato impossibile non parlarne anche sui giornali.

manuel.giacometto@gmail.com

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