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17 Febbraio 2021 - 10:16
Riceviamo e pubblichiamo.
Non possiamo stare solo a guardare... perché la nostra formazione, la passione didattico-educativa, l’esperienza di tanti anni, il senso di responsabilità e soprattutto l’essere state le prime insegnanti della Scuola dell’Infanzia statale “Ortensia Marengo” a Cigliano, ci stimolano a lottare (anche se non siamo più in servizio) per il benessere dei bambini! In questi giorni ricorre il decennale della scomparsa di Giovanni Bollea, il più celebre neuropsichiatra infantile italiano, che era nato a Cigliano nel 1913. Inutile dire che gli articoli apparsi sulla stampa locale e soprattutto il ricordo su Rai Storia ci hanno riempite di orgoglio perché tutte abbiamo apprezzato le sue teorie, i suoi scritti e la sua sensibilità e passione verso i bambini.
A tutto ciò vorremmo aggiungere una domanda rivolta all’autorità amministrativa e scolastica del nostro Paese: che cosa direbbe Giovanni Bollea della situazione della scuola dell’infanzia di Cigliano “confinata” forse in tre o quattro locali della scuola primaria? I bambini saranno privati della possibilità di muoversi come richiesto dalle caratteristiche legate alla loro età e finalizzate ai loro apprendimenti.
Chi, come noi, ha vissuto per tanti anni come insegnante nella Scuola dell’Infanzia, ha avuto modo di sperimentare quanto sia necessaria una palestra attrezzata (gli apprendimenti dei bambini passano attraverso le esperienze del proprio corpo), quanto siano necessari un salone e un cortile con giochi adeguati all’età dei piccoli per permettere loro valide esperienze motorie. Tutti questi spazi adatti ai bambini a Cigliano ci sono e, con un po’ più di sensibilità verso le esigenze dei nostri piccoli da parte delle autorità competenti, si potrebbe cercare in tempi brevi di recuperarli con i giusti e necessari interventi da attuare presso la Scuola dell’Infanzia “Ortensia Marengo” in modo da renderla di nuovo agibile.
Auspichiamo che Giovanni Bollea, le cui spoglie riposano nel nostro cimitero, possa dare una “scossa” con le sue opere e le sue scelte di vita in modo da non dover raccontare ai nostri nipoti una storia un po’ triste che comincia con: “C’era una volta a Cigliano una bella Scuola dell’Infanzia…” (e, si sa, nelle storie spesso ci sono orchi e streghe cattive che a volte spaventano i bambini). Da insegnanti, il nostro pensiero “preoccupato”, va anche alle famiglie che non trovano risposte alle loro legittime domande e alle insegnanti che si trovano a dover operare in una situazione così anomala che si scontra quotidianamente con le teorie psico-pedagogiche, metodologiche e didattiche di chi (come Bollea, Montessori, Piaget e altri) hanno studiato a fondo le caratteristiche di questi anni dell’età evolutiva.
Non abbiamo la presunzione di fare qualcosa di speciale e siamo consapevoli che non bastano le riflessioni espresse in questa lettera per districare una situazione così complessa, tuttavia è inqualificabile che la Scuola dell’Infanzia sia ormai chiusa da quasi un anno senza che sia stato fatto nulla, nonostante le numerose proteste da parte dei ciglianesi. Ribadiamo l’invito a dirigenza scolastica e autorità amministrativa, ciascuno secondo le proprie competenze, a riflettere e... soprattutto agire, affinché la Scuola dell’Infanzia di via Bertazzi possa essere restituita ai bambini di Cigliano in sicurezza, bellezza e funzionalità.
Le insegnanti in pensione: Amorina Carlino, Ornella Grazio, Renata Magnani, Anna Perino, Vittorina Rondoletto, Marisa Vercellone, Giovanna Tonello
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