A pochi mesi dall’ultimo squillo di campanella che segnerà l’inizio della lunga pausa estiva, Alberto Vittone di Chivasso starà già pensando a cosa mettere in valigia per trascorrere quattro settimane di studio in Canada. Alberto, 16 anni, del “Newton” di Chivasso è infatti tra i 6 studenti di diverse parti d’Italia che quest’estate studieranno per un mese all’estero, totalmente spesati dalle borse di studio erogate da Edipower, società del Gruppo A2A, in collaborazione con la Fondazione Intercultura. Questi sei adolescenti fanno parte dell’esercito di giovani globetrotter formato da 1.800 ragazzi che ogni anno trascorre un lungo periodo di studio e di vita (dalle quattro settimane all’intero anno scolastico) in uno dei 60 Paesi di tutto il mondo dove l’Associazione Intercultura promuove i suoi programmi dal 1955. Hanno 16, 17 anni e tutta la vita davanti. Sono i ragazzi, sempre più numerosi, della “Generazione i”, composta da adolescenti internazionali per necessità, bombardati dalle sollecitazioni senza confini di internet e dei social network, dalle trasmissioni televisive e radiofoniche poli-linguistiche e multiculturali, con l’i-pod in una mano e la valigia nell’altra. Sono pronti a muoversi con le loro gambe, spostandosi al di fuori dei confini nazionali senza indugi per cogliere le opportunità, aperti alle diverse sollecitazioni di un mondo sempre più cosmopolita. A conferma di questa tendenza è il numero crescente di iscrizioni al concorso di Intercultura: +29% quest’anno, con una forte percentuale di studenti che chiedono un aiuto economico. Tre quarti dei 1.800 ragazzi che anche quest’anno partiranno con Intercultura, potranno farlo grazie a una borsa di studio totale o parziale erogata da sponsor (aziende, enti, fondazioni) o dal fondo Borse di studio della Fondazione Intercultura. Tra questi, importante è proprio il contributo di Edipower-Gruppo A2A, che conferma anche quest’anno il suo sostegno per la formazione internazionale degli studenti, attraverso le 6 borse di studio estive destinate agli studenti di altrettanti comprensori scolastici di diverse parti d’Italia dove la Società è presente con propri insediamenti industriali. Nello specifico, i programmi estivi sono brevi ma intensi momenti di crescita e confronto; offrono ai giovani studenti la possibilità di mettersi in gioco e scoprire risorse e capacità che non sanno di avere e permettono di entrare a contatto con un mondo nuovo e sconosciuto immergendosi totalmente in cultura diversa. Per molti adolescenti, un’estate all’estero rappresenta il primo passo per un percorso che aprirà loro le porte ai migliori corsi universitari e al mondo del lavoro con una marcia in più. “Edipower crede fortemente nella formazione internazionale dei giovani del territorio e nell’importanza che questa esperienza di vita e di studio all’estero ha nel bilancio della formazione personale di chi è partito, non solo sul piano delle lingue e delle competenze pratiche, ma anche e soprattutto nella capacità di affrontare al meglio le sfide del mondo dello studio per prepararli a quello del lavoro”, così ha voluto commentare Massimiliano Masi, Amministratore Delegato di Edipower in merito al sostegno erogato. Investire in “Intercultura”, per un’azienda come Edipower significa credere nella priorità dell’apprendimento interculturale da parte delle giovani generazioni, ovvero la capacità di interiorizzare i diversi bisogni di studio che emergono dall’evolvere della società contemporanea, integrando i punti di vista “locali” in un processo di dialogo interculturale. Questo perché nell’esperienza all’estero sono messe in gioco capacità di adattamento, abilità di problem solving, necessità di comunicare in un contesto sconosciuto, senso di disciplina, capacità di organizzazione personale: tutti elementi che portano ai saperi del XXI secolo, imprescindibili nella formazione personale e professionale dei nuovi manager e dei cittadini del mondo in senso lato. Investire in questi giovani ragazzi, che rappresenteranno la classe dirigente di domani, significa dunque costruire, mattone dopo mattone, un ponte tra l’Italia, da una parte, e i Paesi emergenti dall’altra, permettendo così al nostro Paese e alla sua imprenditorialità di aprirsi al mondo, inserendosi in prima persona nella profonda trasformazione geopolitica che è in atto.
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