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CHIVASSO. Il futuro dell’impianto di pneumatici. Parla la dirigente di Green Up

All’inizio del mese avevamo manifestato il timore che riprendessero le lavorazioni nel cosiddetto “impianto dei pneumatici” che si trova all’interno dell’area delle discariche di Regione Pozzo.  Lo chiamiamo “dei pneumatici” solo per farci capire: il sito è noto con quel

nome almeno dall’ottobre 2014, quando andò parzialmente a fuoco e il fumo fu fotografato dai cittadini. In realtà è molto di più di uno stoccaggio temporaneo di gomme di autoveicoli: si tratta un impianto per il trattamento di numerosi tipi di rifiuti, e che fruisce di una autorizzazione rilasciata da Città Metropolitana alla società SMC e valida fino 2026. Non una

discarica, ma un luogo nel quale i rifiuti dovrebbero venire portati per essere recuperati: poi sia i prodotti riutilizzabili sia gli scarti da discarica dovrebbero venire trasferiti altrove. Per la precisione: un “impianto per la messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi (attività R13, R12 e R3)”.

Per chiarire come stanno le cose è venuta a trovarci in redazione la dottoressa Elena Idrofano, dirigente della società GREEN UP che conduce il sito.

Perché GREEN UP e non SMC? Perché attualmente, ci spiega la dirigente, la situazione è la seguente: la società SMC, proprietaria di tutta l’area delle discariche di Regione Pozzo, è stata comprata da SGRA, e SGRA a sua volta ha affittato l’impianto di cui stiamo parlando – messa in riserva e recupero di rifiuti speciali - a GREEN UP. La quale ha chiesto a Città Metropolitana che le sia trasferita l’autorizzazione valida fino al 2026 finora in capo a SMC.

La dottoressa Idrofano ci conferma che tutte e tre le società – SMC, SGRA, GREEN UP – sono controllate del Gruppo Waste Italia e quindi sono sempre riconducibili a Pietro Colucci.

Nel sito ora condotto da GREEN UP riprenderanno le lavorazioni dei rifiuti? La dottoressa Idrofano ci risponde che non è ancora stato deciso nulla. Esclude comunque l’intenzione di trattare pneumatici: “Se l’attività riprenderà, si tratterà di impianti tecnologici di cernita di rifiuti che lavoreranno carta, cartone, nylon, ecc.”.

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