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12 Febbraio 2019 - 16:34
Un merito va riconosciuto all’associazione Identità Comune, quello della perseveranza.
Il suo progetto di una nuova stazione ferroviaria di interscambio con l’alta velocità chiamata “Porta del Canavese – Monferrato”, di cui tanto si scrive sugli organi di informazione negli ultimi tempi, mosse i primi passi ben 11 anni fa, nel 2008.
Allora i promotori si autodefinivano “Comitato per il nodo ferroviario di Chivasso” e la porta si apriva solo sul Canavese, ma il progetto è sostanzialmente lo stesso di allora. Bisogna riconoscere ai promotori che ora sono riusciti a porlo all’attenzione di quasi tutti gli amministratori e forze politiche.
Ma da sempre il progetto Porta del Canavese ha un limite pressoché invalicabile e un insanabile difetto di fondo.
Il limite è che proporre una stazione in più su una linea ferroviaria ad Alta Velocità trovava ieri, trova oggi e prevedibilmente troverà anche nel futuro prossimo la ferma opposizione dei gestori delle ferrovie non solo perché inciderebbe sensibilmente sui tempi di percorrenza, ma soprattutto perché, detto di sì ad un Comitato (o ai politici) di una località, decine di altre in tutta Italia si mobiliterebbero per ottenere altrettanto nel loro collegio elettorale.
Non a caso già oggi, sulla scia di Chivasso, sono sorti altri gruppi sulla Torino – Milano che si contendono la fermata aggiuntiva sulla ferrovia AV. Sarà sempre fin troppo facile per RFI dire di no a tutti!
Quello che ci interessa di più, però, come pendolari della Chivasso – Ivrea – Aosta è il grave difetto della proposta Porta del Canavese, e cioè il fatto che non tiene conto della inadeguatezza della nostra linea.
Bella cosa poter prendere i treni dell’Alta Velocità a Chivasso invece che a Porta Susa, ma se poi per arrivare a Ivrea o ad Aosta ci si mette molto più che per arrivare da Chivasso a Milano il vantaggio è del tutto vanificato.
È cronaca ben nota la quotidiana e snervante attesa del treno incrociante che, come al solito, è in ritardo, così come il disagio del cambio treno a Ivrea perché la linea a monte non è elettrificata, così come i ritardi dovuti ai guasti ai troppi passaggi a livello.
Anche la nostra Associazione ha molti anni di vita, ma qualche tangibile risultato l’abbiamo raggiunto: la gestione “normale” e non più come linea scuola del Genio ferrovieri dell’intera linea, l’installazione di un sistema di controllo del traffico che ha permesso di evitare incidenti, l’elettrificazione della tratta da Chivasso a Ivrea.
Ma rimangono da ottenere il raddoppio selettivo dei binari fino a Ivrea, l’elettrificazione tra Ivrea e Aosta, l’eliminazione dei passaggi a livello.
Queste sono le priorità per avere una linea ferroviaria adeguata alle necessità degli utenti della nostra linea, incentivare l’uso del trasporto pubblico e lo sviluppo sostenibile del territorio, e queste chiediamo che siano le priorità anche degli amministratori pubblici e delle forze politiche del territorio.
Nel frattempo, la Porta del Canavese può attendere.
Associazione Utenti
Ferrovia Chivasso – Ivrea – Aosta
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