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15 Marzo 2018 - 15:41
Claudio Moretti e i figli in una foto di qualche anno fa
Marzo il mese della primavera, dei fiori, delle donne, è anche quello dedicato ai papà.
Si proprio loro. I nostri giganti buoni dal cuore grande.
Coloro che ci insegnano a camminare, che ci guidano tenendoci per mano e che ci fanno giocare senza mostrare mai la stanchezza.
Coloro che ci mostrano un messaggio e che rappresentano un esempio fatto di valori e di principi.
I papà, unici e fondamentali, sono il faro di luce che illumina qualsiasi momento della vita di un figlio.
Ed è proprio in occasione dell’imminente 19 marzo, la Festa del Papà, che abbiamo intervistato quattro papà chivassesi.
Uomini con età e con ruoli differenti, che raccontano il loro punto di vista e la loro esperienza da papà nel quotidiano.
il politico
CLAUDIO MORETTI
Un papà “secchione”
Claudio Moretti, 54 anni, cardiologo interventista presso l’Ospedale Molinette di Torino e Assessore al Welfare, alle Politiche Sanitarie e al Lavoro del Comune di Chivasso.
1 Ho due figli, Federico e Gabriele, rispettivamente di 20 e 17 anni.
2 Non sono un grande appassionato delle varie feste “commerciali”, come compleanni, festa della mamma, del papà, dei nonni, ecc…). Preferisco celebrare eventi personali importanti. La risposta quindi è no.
3 In questo momento non ho desideri particolari, magari ritrovare la mia moto rubata non mi dispiacerebbe. Apprezzo sempre i regali un po’ folli, quelli che io non mi farei mai. Ora che ci penso: biglietti per un concerto rock.
4 Non credo che ci siano stati grandi cambiamenti. Posso sentire ancora la mano nodosa di mio padre che mi portava a fare una passeggiata sui viali la domenica. Forte. Mi dava sicurezza. Ho cercato di porgere la stessa mano ai miei figli.
5 Il mio tempo libero è davvero poco e ho figli grandi con molti interessi e amici. Qualche volta però ci ritroviamo tutti sul divano di casa a guardare un film insieme, mangiando cose che non posso dichiarare dato il mio ruolo. In quei momenti sono davvero felice: riesco a “sentire” la mia famiglia e sono orgoglioso di me, di quello che ho fatto in questa vita.
6 Francamente sì. Non ho mai rinunciato a indicare ai miei ragazzi la “mia” strada, ma ho accettato di buon grado di vedere le cose anche con i loro occhi. Diverse prospettive fanno vedere meglio le cose.
7 I miei figli sono sicuramente meno “secchioni” di me e all’inizio questo mi disturbava non poco. Ma è grazie a loro che ho compreso che una vita equilibrata e ricca di stimoli diversi è più soddisfacente. Inoltre sono fiero di loro come “persone”. Come dico talvolta ai miei studenti “Sono le persone che vorrei avere al mio fianco se fossi in una trincea.”
8 Ne soffrirei. Oggi è ancora molto difficile la vita per chi è omosessuale. Combatto nel mio piccolo perché questa domanda che lei mi pone, tra qualche anno, non abbia più alcun senso.
9 Ho un rapporto personale molto difficile con l’età avanzata. Credo che sarò un vecchio insopportabile. Vedremo come se la cavano. In fondo ho fatto così tanti sacrifici per loro!
l’avvocato
MARCO STABILE
Basta non tifino Juve!
Marco Stabile, 45 anni, è un avvocato.
1 Ho due figli. Martino di 2 anni e mezzo e Giosuè di 8 mesi.
2 Ho sempre festeggiato per mio padre che oggi è diventato un felice nonno iperattivo. Da quando sono diventato papà, la tortina e lo spumantino di fine serata ci sono ma provengono dall’intuizione della mamma più che dei miei figli.
3 Vorrei ricevere la promessa da Martino di continuare a scherzare sui nomignoli con cui mi chiama; ad oggi sono Marcolino per lui. Mentre da Giosuè di continuare a mantenere quella voglia che ha di addormentarsi in braccio a me.
4 Devo essere sincero, mi pare siano cambiati gli strumenti intorno a noi, ma non la figura genitoriale.
Da due anni e mezzo, sento di assomigliare a mio padre. Al suo tentativo di far ridere me e mio fratello, in ogni occasione che si presentava e al suo essere severo nella nostra educazione.
L’unico aspetto negativo di oggi credo sia la troppa frenesia del padre nell’assumere questo ruolo paritario con la madre, imposto dai nuovi stereotipi che trasmettono questo messaggio attraverso i social.
In realtà la mamma avrà sempre due marce in più rispetto al papà.
5 Cambio pannolini ed improvviso tende e capanne in ogni angolo della casa.
6 Non ho ancora raggiunto l’ideale di papà che nei primi anni di vita dei miei figli avrei voluto essere.
Forse la bellezza, la delicatezza e la complessità dell’essere padre è proprio questo, nel non accontentarsi mai.
7 Non ho aspettative… Ho speranze per i miei figli. Inoltre riflettendo sulla loro età, ogni conquista come lo stare in piedi tenendosi con una sola mano (novità dell’ultima ora di Giosuè) è un pensiero che fino ad oggi procede nella normalità.
8 Lavorerei sottotraccia e senza farmene accorgere per eliminare ogni possibile suo ostacolo nell’affrontare il percorso che ha scelto liberamente nella vita. Basta non mi dica di tifare per la Juventus.
9 Il pensiero è irto di timori e paure e l’angoscia è che i miei figli possano allontanarsi da me.
Vorrei che loro percorressero il sentiero solcato dal rapporto tra me e i miei genitori.
Vedremo… Un caro saluto a tutti i papà!
il commerciante
GIOVANNI CAMPANINO
Mi fan commuovere
Giovanni Campanino, 49 anni, impiegato, commerciante e presidente Ascom Chivasso.
1 Ho 2 figlie, Vittoria di 12 anni e Jolanda di 5.
2 A casa questa ricorrenza viene accolta sempre con grande piacere, anche grazie ai lavoretti che le mie figlie ogni anno realizzano a scuola e alle poesie dedicate al papà che inevitabilmente mi commuovono all’ascolto.
3 Il regalo più grande in questa occasione è vedere negli occhi delle mie figlie il piacere di festeggiare e stare insieme al loro papà.
4 Oggi il ruolo del genitore e del papà è cambiato tanto rispetto a quando ero bambino.
La vita ed i suoi tempi sono più frenetici e la distanza tra genitori e figli è diminuita. C’è minor severità e più dialogo; resta comunque difficile riuscire a guidare ed educare i figli, anche a causa dei troppi stimoli e delle tante distrazioni che la società ci procura.
5 Quando dico che mi porto il lavoro a casa qualcuno sorride, perché avendo un negozio di giocattoli mi capita spesso di trascorrere il tempo libero giocando insieme alle mie figlie con giochi da tavolo, con giochi creativi e con giochi scientifici, ma ci piace tanto anche andare al cinema e giocare a bowling.
6 Non so se sono il padre che avrei voluto essere, perché la realtà è sempre diversa dalle aspettative, ma credo che il bilancio sia comunque positivo vedendo il modo con cui riesco a rapportarmi con loro.
7 Vorrei che le mie figlie riuscissero nella vita a perseguire le proprie aspirazioni ed esprimere al meglio la propria personalità, libere da qualsiasi condizionamento.
8 Credo che se un giorno mia figlia mi dicesse di essere omosessuale non sarebbe altro che la rivelazione di quello che lei è come persona, che conosco ed amo dalla nascita, non sposterebbe nulla nel nostro rapporto di genitore e figlia.
9 Faccio fatica a pensare a quale rapporto potrò avere con le mie figlie da anziano, perché loro sono ancora talmente giovani da non far sentire vecchio me. Mi auguro comunque che quello che ci accompagnerà nella vita sarà sempre il piacere di dialogare e il libero scambio di opinioni.
l’ingegnere
DAVIDE CHIOLERIO
Un papà che c’è!
Davide Chiolerio, 40 anni, ingegnere e presidente della Pro Loco Chivasso “L’Agricola”.
1 Ho un figlio, Federico di anni 10.
2 La festa del papà è un bel momento per la nostra famiglia. Condividiamo tutti insieme il momento in cui Federico porta a casa da scuola il “lavoretto” che prepara per la festa. Poi è consuetudine mangiare un dolce, invitando anche i nonni in modo che sia io che mia moglie possiamo, a nostra volta, festeggiare i nostri papà. Davvero un momento molto significativo.
3 Come regalo nulla, perché sono più che sufficienti gli auguri e un biglietto con dedica. Le parole scritte da un bambino sono molto vere, questo è il regalo più bello.
Conservo tutti i biglietti di Federico fin dai tempi dell’asilo e li ho tutti esposti nella mia libreria. Ogni tanto li leggo e capisco quanto sia importante l’affetto che ci lega. Sono parole ricche di affetto e di emozione.
4 Sinceramente non vedo questa enorme diversità rispetto al passato. Mio papà ha dedicato molto tempo a me quando ero piccolo ed io cerco di fare lo stesso con mio figlio.
Sento l’assoluta esigenza di trascorrere del tempo con Federico e noto che questo è ricambiato con molta gratitudine e felicità. Ci cerchiamo a vicenda e questo è molto bello.
Le sue passioni diventano anche un’po’ le mie e viceversa e questo ci permette di condividere dei bei momenti insieme.
Il ruolo del papà non è cambiato rispetto al passato, ma è la società di oggi che si è modificata. Allora diventa più difficile essere papà in un mondo che cambia velocemente, in cui i legami tra le persone sono più deboli, in cui si comunica con sms o con una mail e non più dialogando.
E’ importante trasmettere ai nostri figli tutta la nostra esperienza, in modo che possano essere preparati alla vita di tutti i giorni, fatta di sacrifici, di studio, di lavoro, di momenti belli e di quelli brutti.
Abbiamo il compito di fornirgli gli strumenti per affrontare le sfide che la vita ci pone davanti tutti i giorni, devono potersi formare, avere dei sogni nel cassetto da realizzare, crearsi un piccolo spazio nella società. La formazione che ti trasmette la famiglia non la puoi apprendere da nessuna altra parte. E’ dalla famiglia che si gettano le basi per diventare da adulti delle persone vere ed è questo che cerco di fare con Federico. Trasmettergli tutto quello che serve per crescere con serenità.
5 Nonostante io abbia molti impegni, sia con il lavoro e sia nella Pro Loco, cerco di ritagliarmi degli spazi per stare con lui e in generale per stare tutti insieme anche con mia moglie.
Nel periodo di Carnevale, dove sono poco presente a casa, mio figlio soffre molto.
Cerco di recuperare poi dopo senza fare cose straordinarie, ma semplicemente stando insieme a guardare la TV, leggendo un libro o andando insieme a fare la spesa.
Ci piace sciare e quindi facciamo qualche gita sulle piste innevate.
Dallo scorso anno abbiamo iniziato anche a trascorrere due o tre giorni insieme all’inizio dell’estate e devo ammettere che la cosa è stata davvero bella.
Infatti stiamo già pensando alla location di quest’anno per trascorrere nuovamente alcuni giorni divertenti.
6 Credo di sì, anche se non è facile. Quello che posso dire a riguardo è che sono un papà presente, sempre! Questo fa la differenza.
7 Per ora direi di sì. Federico ha 10 anni ed è in una fase in cui è importante che gli vengano trasmessi i valori importanti per crescere. E’ fondamentale nella vita avere dei valori, degli ideali e dei sogni nel cassetto. Senza tutto questo, mancherebbero “le fondamenta” e di conseguenza le aspettative per il futuro. Cerco di parlare molto con lui e di trasferire certi valori, ma poi è logico che non potrò aspettarmi che diventi la mia fotocopia. Credo però che quanto trasmettiamo ai nostri figli, gli servirà per realizzarsi nella vita ed essere delle belle persone.
8 Io non ho pregiudizi di nessun tipo. Per cui non sarebbe un problema.
9 Come quello di oggi: di rispetto, di complicità, di affetto e voglia di stare insieme.
Personalmente mi piace trascorrere dei momenti con mio padre e credo che sarà così anche con mio figlio quando sarò anziano. Mi ripeto, io ci sarò sempre per qualunque cosa!
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