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CHIVASSO. Moretti incontra Ardissone: “Non siamo secondi a Ivrea”

CHIVASSO. Moretti incontra Ardissone: “Non siamo secondi a Ivrea”

Claudio Moretti

I cittadini chivassesi non possono pagare sulla loro pelle il fatto che restino aperte realtà come gli ospedali di Lanzo o Cuorgné. Se la Regione vuole mantenere quei presidi, ben venga. Ma non causando dei disagi a noi...”.

Claudio Moretti butta lì un titolo di giornale dietro l’altro.

Non accetteremo mai che Chivasso diventi la dependance di Ivrea”.

E poi.

Il nostro territorio ha bisogno di una sanità migliore, ovviamente nei limiti delle risorse disponibili. Vogliamo il minimo sindacale che oggi non c’è”.

E ancora.

Noi amministratori del chivassese vogliamo solo collaborazione, non la guerra”.

Il neo assessore alla Sanità del Comune di Chivasso, cardiologo all’ospedale Molinette di Torino, è determinato ad andare fino in fondo ai guai della nostra sanità.

Giovedì 23 novembre, a Palazzo Santa Chiara, insieme al sindaco Claudio Castello incontrerà il direttore generale dell’Asl To 4, Lorenzo Ardissone.

Gli parlerà dei problemi che, in cinque mesi in Municipio, gli sono saltati al naso. E dell’ordine del giorno sulle criticità dell’azienda sanitaria chivassese che, in Consiglio comunale, è stato approvato all’unanimità con i voti tanto della maggioranza Pd quanto della minoranza di centrodestra e del Movimento 5 Stelle.

Gli chiederà dei ritardi nell’apertura del nuovo ospedale, ad esempio.

In tutto il territorio della nostra Asl, dei tre ospedali principali, Chivasso ha il bacino di utenza maggiore rispetto a Ciriè e Ivrea - inforca il medico assessore -. Eppure, c’è un ospedale che non sappiamo ancora quando aprirà. In estate Ardissone ci aveva detto che ottobre, massimo novembre, il nuovo presidio sarebbe stato pronto. Purtroppo siamo quasi a dicembre e non abbiamo avuto comunicazioni sulla possibilità di un’apertura a breve. Oggi si parla di gennaio, però vorrei avere garanzie a riguardo e l’impegno dell’Asl a rispettare i tempi. Qualche settimana fa abbiamo dovuto fare i conti con una grave emergenza in pronto soccorso, con un intero sistema che ha rischiato di saltare. Quando scoppierà l’epidemia dell’influenza, Ardissone come pensa di gestire l’afflusso in pronto?”.

Vorrei anche avere qualche informazione in più sui posti letto disponibili nel nuovo ospedale - incalza ancora Moretti -. Se i numeri sono quelli di cui ho sentito parlare, temo che non siano comunque sufficienti a far fronte alle richieste di un territorio di circa cento mila abitanti”.

Tanti sono gli argomenti di cui si parlerà con Ardissone. Alcuni Moretti li ha già anticipati venerdì scorso in un incontro informale avuto con l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta.

Gli ho spiegato le nostre richieste - spiega -. A partire dall’apertura dell’emodinamica e dell’urologia anche a Chivasso. In una sanità che funziona, devono essere i medici a trasferirsi, non i pazienti. Se si riuscisse a creare davvero una rete efficiente tra Chivasso, Ivrea e Ciriè, con laboratori e strutture attrezzati in ciascuno di questi presidi, basterebbe solo far spostare i professionisti da un centro all’altro. Come si può pensare che un cittadino di Verrua, o di Gassino, abbia come riferimento l’ospedale di Ivrea? O, peggio ancora, debba trasferirsi fino a Lanzo o a Cuorgné per determinate prestazioni? I riferimenti devono essere le grandi città, che a loro volta devono poter garantire tutte le principali prestazioni. Dal day surgery all’oculistica, fino all’ortopedia. Oggi il nostro ospedale è troppo deficitario. Ho chiesto a Saitta garanzie per il nostro presidio, ma chiederò anche ad Ardissone che progetti ha per il futuro”.

Prendiamo il caso che è scoppiato intorno alla nomina del nuovo primario di chirurgia - conclude Moretti -. Al di là delle polemiche e degli eventuali ricorsi legati al concorso, oggi ci troviamo con i medici di medicina generale che si rifiutano di dialogare con il primario di chirurgia. A mio avviso, non si può non tenere presente l’importanza del gradimento dei dottori quando si sceglie il loro direttore. Soprattutto se la sensazione è che Chivasso venga sempre messa un gradino sotto a Ivrea...”.

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