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22 Novembre 2017 - 11:30
Partito Democratico fermo con le quattro frecce, almeno a Chivasso, dove ancora non si è deciso, né capito, chi debba fare il segretario. Pasquale Potenza o Massimo Corcione? “Ci va una soluzione politica - inforca il segretario provinciale Mimmo Carretta - Giovedì a Torino cercheremo di capire se si può percorrere una strada diversa dal muro contro muro…”.
Ed è vero che Massimo Corcione ha vinto il congresso con due voti in più, ma è altrettanto vero che quei due voti non influiscono sull’assegnazione dei seggi (20 a testa) nel direttivo. Ed è il direttivo che elegge il segretario.
“Purtroppo nel nostro statuto c’è una norma che assegna la vittoria a chi ottiene più seggi e non voti -spiega Carretta - Una cosa come questa era già successa nel 2007 alle elezioni del segretario regionale, quando tra Susta e Morgando finì pari e patta con 187 seggi a testa…”.
E in allora, alla fine, si trovò una soluzione politica, con un ticket tra Morgando e Susta che poi, per la verità, non si concretizzò mai.“Lo stallo non fa bene al partito e non fa bene anche ai due che si sono misurati, ma fino a quando non avrò parlato con loro non so che altro dire - aggiunge Carretta -. Sono due persone con cui si può ragionare e quindi ragioneremo…Registro solo che il partito in 80 circoli su 90 ha scelto la mozione unitaria. E’ un vero peccato che a Chivasso si sia arrivati sino a qui”. Sinora ogni tentativo di trovare un’intesa, tra i chivassesi, è fallito e tutte le carte giocate sul tavolo sono saltate per aria. A cominciare dall’ipotesi di affidare la vice segreteria a Potenza: respinta dal candidato “penteneriano”. Come l’ipotesi “staffetta”: due anni di “segreteria Corcione” e due anni di “segreteria Potenza”. Rifiutata dal “renziano” ex vice sindaco.
Fino all’offerta di riconoscere, agli sconfitti, oltre all’incarico di vice segretario, anche la tesoreria. Due di picche incassato ancora una volta da Corcione. L’ultima proposta, messa sul piatto da Corcione l’altra settimana, per Potenza & company, era la presidenza dell’assemblea dei tesserati. Oltre alla disponibilità, data dall’ex vice sindaco di Chivasso, dopo due anni, a rimettere la valutazione del proprio operato all’assemblea degli iscritti che si esprimerà attraverso il voto.
Rien à faire. Niente da fare.
Chissà se giovedì finalmente si riuscirà a sciogliere il nodo.
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