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CHIVASSO. Bruno Trunfio arrestato nell'ambito dell'operazione "Bellavita" contro il narcotraffico

CHIVASSO. Bruno Trunfio arrestato nell'ambito dell'operazione "Bellavita" contro il narcotraffico

Manette ai polsi dell'ex assessore Bruno Trunfio. Il chivassese è stato arrestato questa mattina nell’ambito dell’operazione “Bellavita” condotta dai Carbinieri del Ros, coadiuvati dai militari dei Comandi Provinciali di Torino, Reggio Calabria, Genova e Brindisi, oltre che dai poliziotti spagnoli dell’UDYCO (Unidad de Drogas y Crimen Organizado).

In carcere, oltre a Trunfio, sono finiti: Orlando Carella, brindisino del 69, Mario Contrò, catanese trapiantato a Caselle Torinese , del ’55, Antonio Di Giovanni, torinese dell’83, Natale Lupia, catanzarese trapiantato a Torino, del ’52, Francesco Pannozzo, torinese del ’63, Cosimo Piscioneri, originario di Caulonia (RC), trapiantato in Spagna, del ’48, Antonio Squillace, cauloniese del ’68. Luigi Tommaso Trisolino, leccese, del ’37, è stato posto agli arresti domiciliari e Vittorio Di Giovanni, torinese del ’76, dovrà osservare l’obbligo di dimora nel comune di Torino. Sono tutti indagati per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di armi. Uno dei destinatari della misura restrittiva, localizzato in Spagna, è stato tratto in arresto in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Gli odierni provvedimenti scaturiscono da una complessa indagine del R.O.S. che, sviluppata attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e pedinamento anche transfrontalieri, corroborata dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, ha consentito di individuare gli appartenenti ad un sodalizio criminoso legato a famiglie  ‘ndranghetiste specie del reggino, dedito in maniera stabile e continuativa all’importazione di ingenti quantitativi di hashish e cocaina dalla Spagna all’Italia, stupefacente approvvigionato in Marocco e commercializzato prevalentemente sulla piazza torinese, e di svelare le modalità di trasporto del narcotico, che giungeva in Italia occultato in doppi fondi ricavati all’interno di autocarri e/o autovetture prese a noleggio o intestate a prestanome. Grazie alla complessa operazione condotta in collaborazione con l’UDYCO, è stato inoltre possibile arrestare il latitante e narcotrafficante internazionale Rocco Piscioneri e il suo “uomo di fiducia”, Mario Antonio Di Giacomo , anch’egli latitante. E’ stato anche documentato come l’associazione, inizialmente capeggiata dal citato Rocco Piscioneri, dopo il suo arresto si sia riorganizzata sotto la guida del fratello Cosimo Piscioneri. E’ stata altresì accertata la disponibilità di armi da parte del sodalizio. Bruno Trunfio (figlio di Pasquale, già capo del locale di 'ndrangheta di Chivasso), ha ricevuto la notifica della misura cautelare in carcere, dove sta scontando una condanna definitiva a 7 anni di reclusione per l'associazione mafiosa sventata dalla Operazione Minotauro. Trunfio, all'interno dell'associazione, è ritenuto colui che individuava dove depositare la droga e la commercializzava anche.

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