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19 Ottobre 2017 - 10:34
“Le mani dell’università si sono spesso allungate, in passato, sulla scelta dei primari di chirurgia dell’ospedale di Chivasso. Non è mai stata una novità...”.
Sospira e allarga le braccia Francesco Mauro, 77 anni, chirurgo ora in pensione che ha trascorso 32 anni della sua vita nell’ospedale di corso Galileo Ferraris.
Una fedeltà premiata, solo, da un anno di direzione del reparto di chirurgia, prima che il primariato tornasse nelle mani del collega Fiorenzo Ballario.
“Mia figlia mi ha sempre detto che la mia vera casa era l’ospedale”, sorride, mentre ripensa agli inizi, negli Settanta, come incaricato assistente dell’allora primario Augusto Picco. All’epoca, in ospedale, la chirurgia era affiancata dalla cardiochirurgia.
“Si facevano almeno tre interventi a settimana in cardiochirurgia. Eravamo un’eccellenza, in Piemonte. Ed io ero all’inizio della carriera...”.
Francesco Mauro è uno degli storici chirurghi dell’ospedale di Chivasso. 4350 interventi in carriera ne certificano la professionalità, l’esperienza e, appunto, la fedeltà alla causa.
Anche per questo è stato, negli anni, aiutante dei vari primari che si sono succeduti in chirurgia.
Prima Picco, poi Federico Ferraris, quindi Virgilio Benedetto e Guido Besso.
“L’esperienza migliore della mia carriera la ricordo con il dottor Mario Triulzi - spiega Mauro -. Era un grande medico, un professionista rigoroso che dava e pretendeva il massimo. Nei quasi dieci anni in cui è rimasto a Chivasso, io sono stato il suo primo aiuto chirurgo. Insieme a me, un amico: il dottor Nicola Roberto Gioannetti di Caluso. Quando Triulzi se ne andò, in molti pensarono che il ruolo di primario sarebbe andato ad uno di noi due”.
E invece... “Invece il concorso lo vinse il dottor Dario Do, un medico proveniente da Torino - continua Francesco Mauro -. Rimase otto mesi. Io presentai ricorso al Tar. All’epoca i medici che si facevano negli ospedali di provincia non erano ben visti dalle università. D’altronde, è comprensibile: è nelle facoltà che si forma la scienza. Così, capitava che quando venivano indetti concorsi, l’Università avesse un occhio di riguardo per taluni medici piuttosto che per altri”.
“Dopo Do venne nominato primario il dottor Fiorenzo Ballario, proveniente da Torino - prosegue Mauro -. Io fui il suo primo aiuto per anni. Ci rispettavamo, ma il clima era ben diverso dal periodo precedente. Durante il suo primariato a Chivasso, mi capitò anche di sostituirlo come primario per circa un anno: questo di sicuro non contribuì a migliorare i nostri rapporti, ma tant’è. Arrivato alla fine della mia carriera, visto che ne avevo i requisiti, genza, chiesi di poter essere nominato responsabile della chirurgia d’urgenza del pronto soccorso. Mi sembrava un giusto riconoscimento per ciò che avevo fatto per tanti anni. Il ruolo mi venne negato e così decisi di farmi da parte, andandomene in pensione”.
Era il 2002.
“Il giorno dopo il mio pensionamento - spiega Mauro - venne istituita la figura del responsabile della chirurgia d’urgenza. Un caso? Mah! Venne nominato il dottor Carlo Ferraris, che poi divenne primario quando Ballario lasciò l’incarico”.
“La chirurgia dell’ospedale di Chivasso per anni è stata un’eccellenza - conclude Mauro -, almeno fino a quando è esistita la cardiochirurgia. Quando è tramontato il progetto del nuovo ospedale a nord della città, e il nostro presidio ha perso la cardiochirurgia, è iniziato un lento declino...”.
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