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CHIVASSO. Chi vuole una nuova sede per il Pd? Parlano Corcione e Potenza

CHIVASSO. Chi vuole una nuova sede per il Pd? Parlano Corcione e Potenza

Corcione, da quanto tempo sei tesserato nel Pd?

Da sempre. Dall’età di 20 anni sono stato nel Pds, Ds e quindi Pd.

Ti piace Renzi?

Sì. Lo seguo da quando Matteo ha fatto la prima Leopolda, quand’era semplicemente sindaco di Firenze. Ho partecipato con lui a diverse iniziative. Mi piace la sua idea di politica, che è improntata al fare, al non lamentarsi. Una politica che include e non esclude. Essere “renziani” non è solo votare Matteo Renzi: è un modo di interpretare la politica in modo dinamico, tra le persone.

Cos’è il Pd oggi?

Un partito in evoluzione, che sta intraprendendo un cammino per cercare una sua nuova dimensione. E’ un partito che parla all’Europa, che vuole essere all’interno della comunità.

E a Chivasso?

Un partito di governo, senz’altro, visto che è la seconda legislatura di centrosinistra. Questo, per fortuna, nonostante le sirene che volevano convincerci che il Pd non fosse più appetibile a Chivasso. Abbiamo in amministrazione gli uomini e le donne migliori del momento. Certo, un conto è essere partito di governo, un altro fare comunità. In questi anni il Pd si è svuotato di partecipazione. Ricordo la proposta di Pipino di partecipare alle elezioni senza il simbolo: rende l’idea della considerazione che c’era anche nella classe dirigente. Il nostro è un partito che ha potenzialità. Siamo circolo non solo di Chivasso, ma del Chivassese. Gardiamo al futuro con prospettiva e voglia di aumentare quella partecipazione che non siamo riusciti ad incanalare fino ad oggi.

Centin e Pipino sono gli ultimi due segretari del partito. Un merito e una colpa, dell’uno e dell’altro.

Merito di Centin è stato quello di prendere in carico il partito in un momento difficile e cercare di portarlo a vivere nuovamente. Il demerito è di essersene disinteressato un minuto e mezzo dopo aver passato il testimone a Pipino. Gianni è un grande lavoratore, e questo è senza dubbio un merito. Il demerito è di non esssere inclusivo.

Perché hai deciso di candidarti alla segreteria?

La mia candidatura nasce dalla mia voglia di mettermi al servizio del partito, portando la mia esperienza. Nasce da una parte del partito che ha condiviso con me il percorso, che vuol come protagonista il circolo, in supporto dell’amministrazione. Tendiamo a non sciupare le persone che sono cresciute nel Pd. Da questa voglia di tanti iscritti del Pd, da questa volontà di far crescere il partito, nasce la mia disponibilità.

Cosa pensi del boom dei tesseramenti (da un centinaio a 254) in vista del congresso?

Innanzitutto mi permetto di dare il benvenuto a chi si è iscritto. Le regole del congresso non le abbiamo scritte nè io, nè Potenza. Noi siamo solo due persone che si contrappongono con mozioni differenti. Sono le regole che il Pd si è dato, possono piacere o non piacere. Mi permetto di dire un’altra cosa: forse gli iscritti erano troppo pochi prima. Noi abbiamo presentato una mozione sulla cittadinanza attiva: chi si è iscritto sono uomini e donne che vogliono partecipare.

Come sarà il tuo Pd?

Un partito tra le persone. Non usciamo come le lumache solo quando piove. Non è mia intenzione disturbare le persone solo quando c’è da disturbarle per un voto. Voglio fargli conoscere la bellezza della politica, il fascino di portare a casa un progetto che si è immaginato per gli altri e non per se stessi. E’ faticoso. Se il circolo diventa un luogo aperto, a cui le persone si rivolgono per i loro problemi quotidiani, allora possiamo dire che si fa politica. Ecco perché alcune suggestioni all’interno del nostro programma prevedono l’istituzione della festa dell’unità, l’apertura di una sede che il segretario precedente, con una parte del partito, ha deciso di chiudere, che diventi punto di ritrovo importante per i militanti. Se il Signore ci ha dato due orecchie ed una sola bocca, è perché voleva che ascoltassimo di più e parlassimo di meno. Siamo un pd all’ascolto.

Se dovessi perdere il congresso, cosa farai?

Personalmente non mi cambia la vita.Fa parte di una qualsiasi competizione, perdere. Ho sempre giocato a pallone: alcune partite le ho vinte, altre le ho perse. L’importante è metterci l’impegno. Se dovessi perdere, stringerò la mano al mio avversario e continuerò a portare avanti i miei progetti. Con un occhio più attento e critico, soprattutto sui punti che oggi ci dividono. Come, ad esempio, il volere o il non volere una sede.

Per concludere, manda un messaggio al tuo competitor.

L’augurio che faccio a Potenza è quello di interpretare il ruolo di segretario al meglio. Rimanendo all’ascolto, di tutti. Non solo di una parte del partito che in maniera pretestuosa crede di poter avere l’imprimatur sul Pd. Deve avere la forza e la capacità decisionale data dagli uomini liberi. Sono convinto che questo mio augurio possa comunque essere per lui un riferimento perché solo chi è libero può prendere le giuste decisioni.

Pasquale Potenza

Potenza, da quanto tempo sei tesserato nel Pd.

Da quando è nato il Pd, come formazione politica. Da quando sono state distribuite le tessere.

Ti piace Renzi?

Mi piace Renzi perché in questo momento storico ritengo che sia una persona che ha dato una svolta all’Italia. Può contriburire al miglioramento e alle riforme del nostro Paese. E poi è il mio segretario.

Cos’è il Pd oggi?

Il Pd oggi è l’unica forza politica in grado di portare l’Italia a delle rifome strutturali. E’ un partito inclusivo, dialettico, che permette alle persone di esprimersi. Un partito che ha tutte le potenzialità e le persone per migliorare l’Italia a partire dai piccoli centri, i comuni, le regioni. E’ un partito che ha delle difficoltà, deve guardare un po’ di più alle critiche interne per coniugare le voci fuori campo e portare ad una sintesi. Un partito che deve crescere, sotto certi aspetti.

E a Chivasso?

A Chivasso siamo riusciti negli ultimi anni a vincere sempre le elezioni. Ci siamo integrati bene nel tessuto cittadino. Siamo partito di governo, in crescita. Il Pd è un partito che vuole ulteriormente incrementare la capacità di inclusione, necessaria per far sì che le istanze possano essere convertite in azione politica e amministrativa.

Centin e Pipino sono gli ultimi due segretari del partito. Un merito e una colpa, dell’uno e dell’altro.

Centin è stato il primo segretario. E’ chiaro che ha dovuto far nascere il circolo, dargli organizzazione. L’ha fatto con capacità inclusiva alta. Il demerito è che ha tenuto il coordinamento del circolo per poco tempo. Pipino è persona molto coerente. E molto ferma. Il suo difetto è di non essere riucito ad individuare delle persone a cui delegare parte del lavoro.

Perché hai deciso di candidarti alla segreteria?

Ho deciso di candidarmi alla segreteria perché dopo le dimisioni di Pipino c’era bisogno di individuare una proposta. La mia candidatura è una proposta, con un programma. Si è ragionato su cosa fare del circolo. E’ stata elaborazione di scritti sul programma per lavorare con più persone, su programma unitario con chi ha fatto con noi un determinato tipo di percorso. Da lì è emersa la mia candidatura.

Cosa pensi del boom dei tesseramenti (da un centinaio a 254) in vista del congresso?

E’ un’ottima occasione affinché queste persone rimangano nel partito anche dopo. E’ un’opportunità da non sprecare per far vedere quanto di buono, di interessante, di passionevole ci può essere nel fare politica. Sta al segretario in particolare far sì che questo entusiasmo possa trasformari da temporaneo, a qualcosa che prosegue nel tempo. Noi nel programma abbiamo immaginato ambiti su cui c’è possibilità di lavorare per dare il proprio contributo. Significa essere protagonisti nell’elaborare, ma anche nell’agire.

Come sarà il tuo Pd?

Il Pd che ho in mente è inclusivo, in cui tutti potranno dire la loro ed elaborare delle proposte.  Saremo un Pd in ascolto, in grado di elaborare ed agire. La nostra azione sarà diretta anche verso l’amministrazione comunale di Chivasso. Saremo un partito che saprà sicuramente stare in mezzo alla gente, che non solo ascolta le istanze ma cerca anche di fare operazione di educazione.

Se dovessi perdere il congresso, cosa farai?

La mia candidatura è di servizio. Mi sono messo a disposizione, continuerò a collaborare. Vorrei ricordare che si tratta di una competizione in casa: il giorno dopo si parte e si lavora per migliorare il partito tutti insieme. Collaboreremo per trovare delle sintesi. A tal proposito vorrei ricordare che una sede non sono le quattro mura di una stanza. E’ un’entità più astratta, fatta da persone che si incontrano. I locali possono essere qualsiasi posto. Una sede costa migliaia di euro l’anno che possono essere usati per fare iniziative in mezzo alle persone, iniziative di formazione politica, nei quartieri, nelle aree collinari, in zona est di Chivasso. Ritengo che dopo gli ultimi due anni di eperienza in cui la sede è stata “sotto-utilizzata” si sia ritenuto correttamente che non fosse più indispensabile. Il che non signifca che non ci debba essere una sede, ma oggi è più importante dedicare le risore per le persone, piuttosto che spenderle per un affitto.

Manda un messaggio al tuo competitor.

Siamo compagni di viaggio. Comunque vada, che vinca o che perda, continui ad essere una persona di punta del Pd di Chivasso. Se gli riconosco i difetti, devo anche dire che Corcione ha dei pregi. E’ una persona determinata, che ci crede, lavora e si impegna. I difetti glieli dirà qualcun altro. L’unica cosa è che lo vorrei ancora presente a lavorare con noi.

E.R.

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