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26 Settembre 2017 - 09:17
Un compleanno festeggiato in famiglia. E’ questo il senso dell’evento organizzato mercoledì 20 settembre a Chivasso nella Casa della Legalità di corso Galileo Ferraris. Una villa confiscata alla criminalità organizzata, dal settembre dello scorso anno è stata trasformata in un Centro di Accoglienza Straordinaria - CAS della Prefettura, con una dozzina di ospiti migranti richiedenti asilo.
E così, a dodici mesi di distanza, si è spenta la prima candelina, ed è stata occasione anche dei primi bilanci e, appunto, di fare festa.
Il primo plauso all’iniziativa della città di Chivasso è arrivato dalla Prefettura di Torino, per voce del viceprefetto Paolo Accardi che insieme alla funzionaria Donatella Giunti si occupa dell’area immigrazione. “Questo è un esempio di scelta lungimirante che punta a gestire il processo di accoglienza e non di subirlo” ha ricordato Accardi. Con l’occasione sono stati forniti anche alcuni dati. Centri come quello ospitati nella Casa della Legalità, i cosiddetti CAS, sono circa seicento in tutta la provincia, ma sono concentrati in meno della metà dei Comuni.
“E’ significativo - ha concluso Accardi - che realtà importanti come Chivasso diano un esempio virtuoso”. Il lavoro all’interno della struttura è gestito dalla cooperativa eporediese Mary Poppins che gestisce anche il progetto SPRAR - Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati della Città di Chivasso ed il primo a sottolineare l’importanza del loro lavoro è stato l’assessore al welfare Claudio Moretti che, tuttavia, ha poi chiesto un saluto alla platea da parte della consigliera comunale e suo predecessore Annalisa De Col.
E’ stata proprio la consigliera a ricordare tutti i passaggi che hanno consentito l’apertura della struttura. “Volevamo valorizzare un bene confiscato che finalmente tornava a disposizione della comunità con un’azione concreta per l’accoglienza dei profughi. Tutto questo è costato impegno e fatica perché anche le condizioni fisiche della struttura non erano delle migliori, ma oggi è tanta la soddisfazione nel vedere i risultati raggiunti” ha sottolineato De Col.
E forse uno dei migliori traguardi tangibili è stato quel saluto collettivo da parte degli ospiti della Casa della Legalità: dodici ragazzi provenienti dal Gambia, dal Senegal, dalla Guinea e dal Mali che in meno di un anno di permanenza nel nostro Paese hanno salutato i chivassesi in italiano, ringraziando tutti coloro che stanno lavorando per loro e con loro: insegnanti, volontari, nuovi amici. Quei “grazie” e quei “ciao” detto in una lingua sentita parlare solo pochi mesi prima dai soccorritori, hanno emozionato tutti i presenti.
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