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22 Settembre 2017 - 09:04
Antonello Ghisaura
Testardo è il lettore de La Voce. Resiste a tutte le intemperie. Pioggia, neve, grandine, trombe d’aria, alluvione e sole che picchia non lo smuovono di un millimetro dalla sua postazione. E’ bulimico di verità, non certo quelle rifilate dall’ex sindaco Libero Ciuffreda. Ha di nuovo colpito, in uno dei suoi soliti e, noti alle cronache, sermoni di “stoca...”.
“Non fidatevi di quel giornalaccio - avrebbe più o meno messo sull’attenti - Non raccontategli niente di niente. Tutti zitti...”.
E soprattutto che non si dica in giro dell’ennesima rissa sui candidati alla segreteria cittadina in corsa al congresso in programma il 21 ottobre.
E’ scoppiata giovedì scorso, nel corso di un’assemblea degli iscritti, con tutti gli attori seduti in prima fila a recitare la propria parte. Dall’accompagnatore Antonello Ghisaura prodigo di consigli su come si fa a non “spaccarsi”, ma incapace di fare il miracolo subito, passando dall’ex segretario Gianni Pipino lento ma potente nei suoi anatemi (“Auguro al futuro segretario lo stesso insuccesso che ho avuto io...”) fino ad arrivare ai due avversari, distinti e distanti come il diavolo e l’acqua santa, da una parte Massimo Corcione e dall’altra Pasquale Potenza.
Il primo ha in dote l’esperienza degli ultimi cinque anni passati a fare le veci del sindaco nel bene e soprattutto nel male, il secondo, una pia persona, già in grazia di Dio, di don Davide Smiderle e soprattutto della Madonna di Casalborgone, saprebbe dire (sigh!) una santa messa anche cantata.
E sarà la prima volta nella storia del Pd che si fa sul serio. Passato il tempo delle “mozioni” farlocche da presentare quasi obbligatoriamente giusto per dare qualche minuto di notorietà al “pirla” di turno, stavolta le due fazioni (perchè di questo si tratta) sabato scorso han già fatto il pieno di nuovi tesserati, in totale 46, che si andranno ad aggiungere ai 106 vecchi iscritti di cui una sessantina di Chivasso. Ma potrebbero essercene molti di più e tutto dipenderà da che cosa si deciderà a Torino e a Roma nei prossimi giorni.
“In questo partito non si è fatta un minimo di autocritica”, avrebbe (il condizionale è d’obbligo visto che non c’eravamo) sbattuto i pugni sul tavolo Antonio Barillà, puntando il dito su fatti recenti (il dietro front sulla discarica) e un po’ più datati (la candidatura di Zollo e la gestione delle primarie). E poi ancora guardando diritto negli occhi le prime donne: “Questo è un partito patronale, gestito in maniera settaria, che negli ultimi tempi non ne ha azzeccata una...”. Non una, compresa la disdetta del contratto di affitto della sede di piazza della Repubblica, data 4 mesi primi delle elezioni, convinti com’erano tutti (sempre a detta di Barillà) che si sarebbero perse le elezioni.
Ultima cannonata di una guerra che più che sui programmi si sta giocando sui personalismi.
Però lo dobbiamo dire. Il problema è che i consiglieri comunali seduti in maggioranza e gli assessori al calduccio in giunta, di Corcione non ne vogliono proprio sentir parlare. Contro di lui anche Andrea Gavazza da Cavagnolo e l’assessore regionale Gianna Pentenero. Senza contare gli ex margheritini e tutti gli uomini e le donne di santa romana chiesa. “Avrebbe dovuto candidarsi anche lui alla carica di consiglierei comunale, o piazzare qualcuno” dicono in tanti. E su questo, ci sa tanto, che un errore “strategico” sto ragazzo, cresciuto a pane e Renzi, che sembrava proiettato a chissà quali scalate, lo abbia proprio commesso. Non candidandosi, infatti, si è anche autorizzati a pensare o a dire che un certo disimpegno ci sia stato. Difficile da provare, per carità.
“Sì, però io mi chiedo con che coraggio anche l’ex sindaco abbia deciso di appoggiare Potenza e non Corcione. Se oggi non si fida di lui, mi chiedo come abbia fatto a fidarsi per 5 anni” tuona in via Torino il solito Barillà, appoggiato nella sua corsa ad ostacoli da Paolo Sole, forse anche dai Bevilacqua, chissà.
Il finale, in ogni caso non sarà a sorpresa e se dovesse vincere Corcione, come ormai pare dato per scontato, anche un po’ grazie a quei nuovi 46 iscritti, non ci va una sfera magica per prevedere una lunga serie di ricorsi.
“Non è una battaglia tra renziani e orlandiani. Che vinca il migliore ma la nuova segreteria dovrà avviarsi in ogni caso ad una conduzione unitaria - promette e chiede un impegno l’accompagnatore Ghisaura - Ho sentito tante balle spaziali in queste settimana, ma una cosa è certa non ci sarà alcun rinculo sulla giunta. Pur non essendo uno che insegna diritto amministrativo, un sindaco e una maggioranza vanno a casa solo se lo vogliono loro...”
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