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18 Settembre 2017 - 09:35
“A la guerre comme à la guerre” dicono a Parigi e da qualche tempo pure dalle parti del Pd.
In vista del congresso di metà ottobre, infatti, si affilano le armi e si suona la gran cassa. Per farla breve già si sa che saranno due, come peraltro ampiamente preannunciato, le candidature a segretario cittadino. Ci sarà l’ex vicesindaco Massimo Corcione e ci sarà pure Pasquale Potenza, in tandem con Antonella Ortalda.
Non che non si sia provato a giungere ad una mozione unitaria, ma a quanto pare tutti i tentativi, le decine di telefonate e gli appelli all’unità del commissario Antonello Ghisaura, sarebbero andati a vuoto.
L’ufficializzazione dello “scontro” avverrà questa settimana nell’ambito di un’assemblea degli iscritti.
“Non so che farci. Ho preso atto anche io che non ci sono margini - alza le mani al cielo Ghisaura, che più che un commissario ama definirsi accompagnatore - Io dico subito e lo dirò all’assemblea che sono sempre stato un sostenitore della ricerca di un congresso unitario. Su questo non ho dubbi. Credo che ci siano dei tempi nei quali in un circolo è opportuno andare al confronto e altri in cui si cresce con delle mozioni unitarie. E’ evidente che se un circolo arriva da un periodo particolarmente movimentato sarebbe più ragionevole trovarsi sotto un cappello condiviso, che vuol dire assumersi tutti insieme la responsabilità del governo del partito. Detto questo è evidente che chi vincerà, avrà l’onere e l’onore di governare e chi perderà di fare un’opposizione costruttiva a chi governa...”.
Com’è altrettanto evidente, d’altro canto, che a sottolineare l’ovvio sono capaci tutti.
“Va bene! - aggiunge Ghisaura -. In queste settimane ho sentito cose intelligenti e anche qualche stupidaggine. C’è chi dice di aver paura per eventuali ripercussioni sull’esecutivo. Io lo ribadisco. Da qui in avanti il percorso non sarà chiaro, ma cristallino. Il Pd è il partito che ha la fortuna di avere il suo sindaco e di essere rappresentato da un gruppo importante in consiglio. Chiunque vinca non è in discussione il sostegno all’Amministrazione comunale e al gruppo consigliare. Quello che ho capito è che a Chivasso non esiste una logica fatta da renziani contro orlandiani o corcioniani contro penteneriani. Chi dice questo non ha capito niente. Il ragionamento è più articolato. Per esempio Antonella Ortalda è renziana...”.
E tra le tante cose che si sottolineano in più di un ambiente vicino al Pd, ci sarebbe l’errore, grosso come una casa, commesso da Massimo Corcione, prima e durante la campagna elettorale.
E sono in tanti a pensare che dopo aver fatto un passo indietro sulle “Primarie”, che hanno poi portato alla candidatura a sindaco di Claudio Castello, l’ex vicesindaco avrebbe dovuto impegnarsi di più nella costruzione della lista, inserendo uomini e donne a lui vicini. La verità è che oggi, in Consiglio comunale e in Giunta, una rappresentazione “corcioniana” si stenta a ritrovarla, sintomatico di un partito che, almeno al governo della città, vede la preponderanza di uno schieramento sull’altro.
Insomma delle due l’una, anche se è poi la stessa cosa: o si è fregato da solo o l’han fregato. Fosse la seconda: chapeau!
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