Ieri mattina la Compagnia Carabinieri Chivasso ha dato esecuzione all’ordinanza del GIP presso il Tribunale di TORINO emessa in data 12.06.2017, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere per i seguenti soggetti : Domenico Gioffrè , nato a Taurianova (RC) il 10.5.1986; Francesco Gioffrè, nato a Taurianova (RC) il 2.11.1982; Antonio Guerra, nato a Torino il 29.11.1978; Domenico Ilacqua, nato a Seminara (RC) il 9.9.1957; Francesco Ilacqua, nato a Chivasso (TO) il 11.8.1978; Luciano Ilacqua, nato a Chivasso il 27.09.1987; Giovanni Mirai, nato a Torino il 27.09.1976; Carmine Volpe, nato a Giffoni sei Casali (SA) il 18.09.1963; Francesco Grosso, nato a Chivasso il 19.11.1977 e Salvatore Calò, nato a Chivasso il 22.08.1969 Il gip ha disposto gli arresti domiciliari, in considerazione delle condizioni di salute, nei confronti di Valentino Amantea. Quest’ultimo è accusato, come Carmine Volpe, di avere detenuto e portato un’arma in luogo pubblico, mentre a carico di Domenico e Francesco Gioffrè, Antonio Guerra, Giovanni Mirai, Luciano Ilacqua, Domenico Ilacqua e Francesco Ilacqua il GIP ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di associazione mafiosa, nonché, di concorso, a vario titolo, nei delitti di tentato omicidio, lesioni aggravate, estorsioni aggravate anche dal metodo mafioso, detenzione e porto abusivo di armi.
L'indagine
Si tratta, più specificamente, di molteplici fatti di reatoaccaduti nel territorio di Chivasso, Settimo Torinese, Leini e zone limitrofe dal 2012 ad oggi. In particolare, le indagini venivano avviate nell’estate del 2012 a seguito di gravissimi fatti occorsi in Chivasso tra giugno e agosto di quell’anno, quando venivano fatto oggetto di colpi di arma da fuoco Giovanni Ponente (già coinvolto nel processo “MINOTAURO” per violazione della normativa sugli stupefacenti), Salvatore Di Maio (poi arrestato nell’ottobre di quell’anno per detenzione di armi nell’operazione “COLPO DI CODA”), Valentino Amantea e Carmine Volpe, questi ultimi destinatari del medesimo provvedimento cautelare in ragione dei gravi indizi emersi nel corso della indagine in ordine alla detenzione al porto abusivo di armi comuni da sparo. Valentino Amantea veniva costretto, a seguito dell’azione delittuosa, su una sedia a rotelle. Lo sviluppo delle indagini, condotte senza alcunasostanziale collaborazione delle persone offese che si mostravano da subito reticenti, ha evidenziato, con l’ausilio delle comparazioni balistiche, una serie di connessioni con altri fatti di reato nei quali erano state utilizzate armi da fuoco per esplodere a scopo intimidatorio colpi di pistola contro negozi siti in Chivasso, Settimo Torinese e Leinì. Le attività di intercettazione ed il coordinamento investigativo che ha posto in collegamento numerosi fatti succedutisi nel tempo, ha altresì permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati Guerra, Gioffrè e Ilacqua non solo in ordine alla partecipazione ai fatti di sangue citati, ma altresì in ordine ad alcune vicende di carattere estorsivoa danno di commercianti operanti sul territorio, in particolare nei settori economici di interesse degli stessi indagati, in specie commercio di autovetture e autolavaggi, con sostanziale alterazione dellaconcorrenza in tali settori. Peraltro, nelle more dell’emissione del provvedimento cautelare del gip torinese eseguito in data odierna,alcuni dei soggetti destinatari del medesimo sono stati indagati per lesioni e tentato omicidio dalla Procura presso il Tribunale di Ivrea per fatti occorsi nell’autunno del 2016: due di loro in particolare, Antonio Guerra e Francesco Gioffrè, hanno ricevuto il nuovo provvedimento restrittivo in carcere. Il contesto e le relazioni criminali emersi dalle lunghe investigazioni, e le modalità di azione hanno condotto alla contestazione in capo ai fratelli Domenico e Francesco Gioffrè, Antonio Guerra, Giovanni Mirai, Luciano Ilacqua, Domenico Ilacqua e Francesco Ilacqua del delitto di associazione mafiosadi matrice ‘ndranghetista. Il gip ha accolto anche le richieste di sequestro preventivo di alcune ditte, oltre che di beni mobili e immobili che , allo stato, risultano posseduti in proporzione rispetto ai redditi dichiarati. Tra le dittefigurano alcune carozzerie ed autolavaggi riconducibili, anche attraverso intestazioni fittizie, agli odierni arrestati. Nel corso delle indagini, infine, sono inoltre emersi gravi indizi a carico di Francesco Grosso, Salvatore Calò e Francesco Ilacqua, in relazione alla commissione in Torino di rapine ai danni di spacciatori.
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