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CHIVASSO. Infermiera aggredita al Pronto soccorso. Il sindacato: “Basta! Non se ne può più”

CHIVASSO. Infermiera aggredita al Pronto soccorso. Il sindacato: “Basta! Non se ne può più”

ospedale

Infermiera aggredita fisicamente e verbalmente dalla nipote di una paziente.

E’ successo nel pomeriggio di sabato scorso, 18 marzo, al Dea di Chivasso. Ed è stato solo grazie alla calma e al sangue freddo della donna, che non ha reagito  in alcun modo alle provocazioni, se l’episodio si è concluso senza gravi conseguenze.

Lì, al pian terreno dell’ospedale, primo girone dell’inferno. Non ci sarà scritto ma sembra quasi di leggerlo: “Lasciate ogni speranza voi chentrate...”. Tra pazienti e parenti sempre più esasperati e a volte pure le urla di dolore e  le lacrime dei malcapitati.

“E’ evidente che spesso si individuano i lavoratori come bersaglio sui cui sfogare le difficoltà legate ai tempi di attesa per il troppo afflusso. O per la mancanza di posti letto... In ogni caso non è ammissibile che ci si scagli contro gli operatori che lavorano per garantire l’assistenza 365 giorni all’anno 24 ore su 24 , spesso in condizioni di difficoltà, ma sempre con elevata professionalità ed impegno. A questi operatori va il nostro ringraziamento e crediamo che debba andare anche quello dei Cittadini che si rivolgono alle nostre strutture.”, commenta, quasi si sfoga, Gian Livio Lembo del sindacato Uil-Flp. 

Comunque, appena lo ha saputo ha subito preso carta e penna per scrivere al direttore generale Lorenzo Ardissone.

Il piglio è di chi vorrebbe mettere una buona volta la parola fine ad una situazione che nel corso dei mesi si è fatta via via sempre più disastrosa.

E prima c’era il Natale, poi l’influenza, poi i medici che vanno via, poi tutti che corrono di qua e di là e infine il nulla. Insomma non se ne può più delle tante, troppe e inutili giustificazioni.

“Simili situazioni - osserva Lembo - sono di recente avvenute anche presso il Pronto Soccorso di Cuorgnè e sono frequenti in tutti i Dea Aziendali. C’è la necessità di ricercare urgentemente strumenti che consentano di tutelare l’incolumità del personale nel corso della propria già di per sé impegnativa e non sempre facile attività lavorativa....”.

Per esempio una guardia giurata anche nelle ore diurne! 

Perchè no?

“Abbiamo recentemente e con insistenza chiesto alla direzione di fornirci i dati che mettano in relazione i passaggi annuali  nei  diversi DEA e Pronti Soccorsi dell’Azienda  con il rispettivo numero di operatori assegnati a tali strutture (Infermieri ed Operatori Socio Sanitari ) - ci spiega Lembo Li abbiamo richiesti anche per tutti i rimanenti reparti, tra numero di posti letto e personale assegnato, sui diversi presidi aziendali....”

Manco a dirlo: non sono ancora arrivati.

Detto questo il sindacato farà di tutto perchè l’Asl To4 si attivi fattivamente nell’accompagnare l’infermiera aggredita, A.C, 48 anni, di Verolengo,  in tutte le fasi della querela all’aggressore, L.R., 50 anni, di Settimo Torinese, sostenendo le spese legali della denuncia e della successiva assistenza.

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