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21 Giugno 2016 - 17:13
Discarica (foto d'archivio)
Il 16 maggio Waste Italia, proprietaria attraverso la controllata SMC delle discariche di Chivasso e del 49% di SETA, ha comunicato che non pagherà il coupon semestrale in scadenza quel giorno. Una cedola relativa a 200.000 milioni di obbligazioni che la società aveva emesso nel 2014 con durata di cinque anni. La società potrebbe entrare in “default”.
Le difficoltà economiche di Waste Italia potrebbero ripercuotersi, attraverso la sua società controllata SMC, sulla azienda di raccolta e rifiuti del Consorzio di Bacino 16. Ed è proprio SETA la prima preoccupazione. La società era interamente a capitale pubblico. Ne erano proprietari i Comuni. Ma due anni fa il 48,85% delle quote è stato comprato proprio da SMC. Le difficoltà finanziarie di Waste Italia potrebbero ripercuotersi negativamente sulla raccolta dei rifiuti nei nostri Comuni? Che cosa intende fare il Consorzio per assicurarsi che ciò non avvenga? Ma non basta, SETA conferisce i rifiuti urbani raccolti nei Comuni nella discarica “Chivasso 0”. Questa vasca dovrebbe essere prossima alla dismissione. Ma dopo la dismissione la società titolare dell’autorizzazione deve eseguire a proprie spese non solo le opere di ripristino ma anche le attività di monitoraggio del periodo cosiddetto del “post chiusura” o post mortem. Un controllo accurato, che può durare decenni, delle condizioni della discarica, finalizzato ad accertarsi che non “perda”, cioè non emetta sostanze inquinanti nella terra, nelle acque e nell’aria. E se la discarica “perde” la società titolare deve provvedere alle opere di messa in sicurezza. Ora, titolare dell’autorizzazione è SETA. Però la società è stata comprata per metà da SMC. Non solo: in base ad un accordo, stipulato nel 2013, SMC si è fatta carico di tutte le attività post chiusura. Riuscirà a farvi fronte? Ecco perché chiediamo di assicurarsi che SMC sia in grado di adempiere ai suoi impegni.
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