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A Borghetto e a Betlemme la gente si sente male

A Borghetto e a Betlemme la gente si sente male

La raccolta firme a Betlemme

Ieri mattina, domenica 20 ottobre, in frazione Betlemme, davanti alla chiesa, è cominciata la raccolta firme riguardante la centrale a olio vegetale situata all’interno del comprensorio industriale Pi.Chi. Tutto nasce alcuni mesi fa, quando la centrale entra in funzione e contemporaneamente alcuni abitanti delle frazioni Betlemme e Borghetto cominciano a soffrire di mal di testa e conati di vomito. Anche nella vegetazione i residenti notano dei mutamenti: piante defogliate, fiori che non crescono più come prima. Sulle automobili si deposita della polvere rossa. Vengono allora presentate delle interrogazioni in consiglio comunale. Il sindaco – ci dicono – risponde evasivamente e rinvia la questione all’Arpa. Questa, a sua volta, risponde in modo insoddisfacente: più di una volta, con lettere fotocopia. Ecco perché, di fronte al disinteresse delle istituzioni, i cittadini hanno deciso di utilizzare la “petizione”, uno strumento di partecipazione contemplato dallo Statuto comunale. Due residenti di Borghetto garantiscono l’autenticità delle firme. Sono i signori Luigi Giacomazzi e Ugo Franchi. Bastano 50 firme. Una commissione del consiglio comunale dovrà valutare l’ammissibilità delle petizione: in caso di giudizio positivo, la commissione dispone l’audizione dei firmatari, comunica il proprio parere alla giunta o al consiglio comunale, che a loro volta devono pronunciarsi entro 60 giorni. I firmatari chiedono: 1) il rispetto di tutte le prescrizioni imposte dalla Provincia alla società Biogen; 2) l’installazione di centraline di misurazione della qualità dell’aria, come previsto dalla normativa recente; 3) la collocazione all’ingresso della centrale di un pannello informativo che comunichi in tempo reale i dati raccolti; 4) l’impegno formale, da parte dell’amministrazione, a contrastare l’insediamento di futuri impianti non ecosostenibili e insalubri. Al banchetto, mentre la raccolta firme prosegue, gli organizzatori appaiono consapevoli di vivere in una zona ad alta concentrazione di siti potenzialmente dannosi per la salute: dalla centrale Edipower all’autostrada, dalle discariche di Chivasso e Torrazza alle centrali a olio che si vanno moltiplicando anche nei Comuni vicini.
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