Il signor Tomas Carini a luglio dovrà trasferirsi con moglie e figli in Austria, perché ha trovato in quel Paese il lavoro che la sua patria non è più in grado di offrirgli. Non fa certo notizia perché sono ormai migliaia gli Italiani che come lui emigrano per lavoro, alcuni da soli, altri con la famiglia. Anzi ormai è esplicito l’invito a quanti si affacciano al mondo del lavoro o il lavoro l’hanno perso: "Per il vostro futuro lavoro, voi dovete guardare fuori, andare all'estero, non guardare solo all'Italia, l'economia ormai è globalizzata”. Per una classe politica che, tra scandali, corruzione e incapacità di gestire il Paese, ha letteralmente rubato il futuro ai propri connazionali è la soluzione più facile alla dilagante disoccupazione: in un Comune della Sardegna l’amministrazione è arrivata persino a pagare il biglietto di sola andata per l’estero ai cittadini senza lavoro, con un contributo per le prime spese di soggiorno ed un corso di lingue. Non fa quindi notizia l’emigrante Tomas Carini, né è strano che organizzi una festa per salutare amici e parenti. Stupisce però che quella festa la chiami “dell’arrivederci all’Italia”: perché non dell’addio? Quando il tuo Paese ti dà in un modo o nell’altro un biglietto di sola andata, ti verrebbe di andartene sbattendo la porta, altro che “arrivederci”! Ma non finisce qui: il signor Carini in quella festa presenta un libro, che ha scritto proprio in questi anni in cui gli veniva a mancare il lavoro in Italia. Facile aspettarsi un libro in cui lamenta la propria vicenda, la propria delusione, la propria rabbia. Ma il titolo è ben altro “Democrazia a Km0”: lui lo definisce un progetto per costruire un’amministrazione politica del territorio nuova e davvero più vicina ai cittadini. Ora però non vogliamo raccontarvi il libro, perché la notizia non è il libro in sé ma il fatto che il cittadino Carini, costretto a lasciare il suo Paese, con questo libro voglia dimostrare di non voler abbandonare l’Italia al suo destino, per rifarsi una vita nuova in Austria. Potremmo dire che, anziché allontanarsi risentito dal Paese che lo “caccia”, vuole costruire l’arrivederci - il ritorno per lui e per le migliaia di concittadini emigranti - con l’unico ma potente strumento che un uomo ha sempre con sé: le sue idee, le idee maturate in due anni di studi e riflessioni politiche, nel senso nobile di questo termine che è quello di pensare al bene della comunità. Queste idee sono state costruite e rielaborate nel laboratorio culturale dell’associazione Identità Comune, di cui Tomas Carini è segretario. Le presenta nella sua festa di “arrivederci all’Italia”, affidando al libro il compito di trasmetterle per favorire il cambiamento e costruire le condizioni perché chi emigra possa tornare a tanti altri non debbano emigrare. Chi vuole dargli una mano può partecipare alla festa, venerdì 26 giugno alle 18 a Chivasso, al Crystal Café in Via Torino, angolo Via Roma., confermandogli la presenza con una mail a carinitomas@gmail.com, magari con il dovuto anticipo perché Tomas vuole organizzare la “sua” festa come si deve. Almeno questo glielo dobbiamo. Un cordiale saluto
Associazione Identità Comune
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