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CHIVASSO. Sanità: Medicina, nuovo modello sui ricoveri

CHIVASSO. Sanità: Medicina, nuovo modello sui ricoveri
Funziona il modello che la Medicina di Chivasso ha messo a punto per gestire in modo più appropriato i ricoveri (circa 2.200 l'anno) e garantire continuità di cure post-ospedaliero. E' stata creata un'Area di Degenza Breve (ADB), dove sono stati previsti 10 dei 70 posti letto della Medicina. Circa il 10% dei ricoveri della Medicina si avvale dell'ADB; il restante 90% è rappresentato dai ricoveri più lunghi, effettuati presso il reparto. Terminata la fase acuta della malattia, gli utenti possono essere dimessi al domicilio o alla struttura residenziale di invio oppure possono essere trasferiti in un reparto o in una struttura per post-acuzie. E' questa la seconda fase cruciale del modello organizzativo. In questa fase la Medicina si avvale del NOCC (Nucleo Ospedaliero di Continuità delle Cure), struttura che opera in modo trasversale in tutti i reparti ospedalieri che necessitano di supporto organizzativo per le dimissioni che presentano criticità.il Nucleo identifica, anche in collaborazione con il Distretto di appartenenza della persona interessata, il percorso di cura post-dimissione coerente con i bisogni individuati. Percorso che si può svolgere a domicilio (con l'attivazione di una forma di assistenza domiciliare o con la prescrizione di ausili) oppure presso i reparti di Deospedalizzazione Protetta, di Lungodegenza e di Recupero e Riabilitazione Funzionale dell'Ospedale di Settimo Torinese oppure in struttura residenziale (RSA o hospice). Il percorso di cura post-dimissione è condiviso con la persona assistita e con i suoi familiari.
"La modalità di gestione dei ricoveri della Medicina di Chivasso, così come la riorganizzazione dell'area medica per intensità di cure degli Ospedali di Ciriè e Lanzo e di Ivrea e Cuorgnè, - riferisce il Direttore Generale dell'ASL TO4, dottor Flavio Boraso - rappresenta un modello organizzativo che, a parità di risorse, permette di gestire in modo più appropriato i ricoveri. Con conseguente vantaggio sia per le persone assistite, che rimangono ricoverate il meno possibile, sia per gli operatori, che traggono beneficio da una realtà lavorativa più strutturata".
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