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CHIVASSO. Il Tribunale dichiara fallita la Vasas spa

CHIVASSO. Il Tribunale dichiara fallita la Vasas spa

La Vasas di Chivasso (foto d'archivio)

I guai per la “Vasas spa” di corso Galileo Ferraris 16 non finiscono mai. La storica concessionaria d’auto chivassese, mercoledì scorso, è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Ivrea: curatore fallimentare è stato nominato l’avvocato eporediese Giancarlo Guarini. A presentare istanza di fallimento in Procura erano stati i creditori Davide Cappone e Mariella Viasco e le società Milano Rottami srl e la Paviotti Re spa, quest’ultima proprietaria degli immobili della Vasas spa, tra cui lo show room di Chivasso. All’elenco dei creditori s’aggiungono anche sette ex dipendenti della società, che vantano crediti per un totale di 80.562 euro. Il fallimento dell’azienda segue, a distanza di un paio di mesi, all’inchiesta della Guardia di Finanza per “bancarotta fraudolenta” ed “emissione di fatture per operazioni inesistenti” che vede coinvolti l’ex amministratore delegato Alessandro Paviotti, 51 anni, residente a Novara, l’amministratore delegato in carica dal settembre 2013 Aldo Costi, 47 anni, di Retorbido, nel pavese, Claudio Cabella, 56 anni, di Alessandria, Franco Emanuel, 49 anni, di Torino, Annamaria Verzella, 44 anni, di frazione Casabianca di Verolengo. L’indagine del Nucleo Tributario delle Fiamme Gialle di Torino relativa alle operazioni effettuate negli anni 2013 e 2014, era scattata nell’agosto scorso quando il pubblico ministero Giuseppe Drammis della Procura di Ivrea aveva disposto il sequestro di 195 autovetture in possesso di alcune società che sarebbero state create ad hoc per il piano di “spoliazione” della Vasas oltre alle fatture ed a i registri contabili della Vasas stessa. Secondo gli inquirenti i cinque indagati avrebbero distratto almeno tre milioni di euro, incassando tutto quello che potevano, non pagando i fornitori e lasciando a casa i dipendenti, che sarebbero rimasti senza alcuni stipendi e senza il trattamento di fine rapporto. Ad insospettire i finanzieri erano state alcune operazioni societarie ritenute “poco chiare” sfociate in un rapido declino della concessionaria, che in breve tempo aveva svuotato il suo salone espositivo chivassese.
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