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CERESOLE. Processo per la valanga. Il guardiaparco: "paravalanga crollati giù nel 2003"

CERESOLE. Processo per la valanga. Il guardiaparco: "paravalanga crollati giù nel 2003"

Il sindaco Bruno Mattiet

I paravalanga a rete, che dovevano riparare le abitazioni dal pericolo della neve a monte, non potevano funzionare. Costruiti solo nel 2002, era però già rotti, crollati lungo il versante. Il pericolo, per l'incolumità dei residenti era, quindi, elevato, e il comune avrebbe dovuto provvedere al ripristino degli importanti strumenti di salvaguardia. Lo ha riferito ieri mattina, di fronte al giudice Ombretta Vanini, la guardiaparco del Gran Paradiso, Valerio Bertoglio, citati come testimone dalla parte civile, rappresentata da Dina Serra e famiglia, assistita dall'avvocato Maria Cristina Macrì del foro di Torino, nell'ambito del processo che si sta celebrando a carico dell'ex sindaco, oggi consigliere di maggioranza, Renzo Bruno Mattiet, difeso dall'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo ed accusato di una serie di negligenze relative al Piano Regolatore e ai mancati interventi per garantire la sicurezza, venute a galla in occasione della valanga del 16 dicembre 2008. La famiglia Serra-Villata registrò quasi mezzo milione di euro di danni perché la seconda casa, del la villa "Dacia dei fiori", venne spazzata via, trascinata a valle per 150 metri, e per poco non ci rimisero la pelle. Ma, nella stima dei danni, si calcolerebbero anche le tasse e le utenze, pagate ancora da allora in avanti, come una beffa. Imu, Ici, Tari, ma anche acqua e gas. Senza poter più utilizzare l'immobile né poterlo ricostruire, perché quella zona è ancora a rischio e, ad oggi, non è mai stata messa in sicurezza. Secondo l'accusa, sostenuta dalla Pubblico Ministero Roberta Bianco, fu resa edificabile un'area a rischio. Ma soprattutto non avrebbe provveduto a dare l'allarme, avrebbe firmato un'ordinanza di chiusura della strada provinciale soltanto nell'imminenza del peggiorare delle condizioni meteo, mentre per prudenza avrebbe dovuto dare apposita comunicazione con un ben più largo anticipo, stante le notizie dei bollettini regionali Arpa. Per miracolo non ci furono feriti. "Già nel 2003 feci una segnalazione per avvertire che i paravalanga erano insufficienti" ha riferito Bertoglio. Venerdì scorso di fronte al giudice Ombretta Vanini, l'avvocato Macrì ha chiesto di poter citare anche Roberto Rolando, proprietario di una casa a soli 50 metri dalla Dacia dei Fiori. "Era lì dentro quando venne giù la valanga – ha sottolineato il legale -. Mi rendo conto che sia inusuale ma chiediamo di poterlo sentire adesso perché non sapevamo di lui al deposito della lista testimoniale". Rolando sarà sentito il 24 marzo mentre la data per la discussione è già fissata al 5 maggio.
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