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26 Maggio 2015 - 12:13
Comincerà l’8 giugno, presso il Tribunale di Ivrea, il processo a carico dell'ex Sindaco, ed oggi consigliere di minoranza, Renzo Bruno Mattiet. Denunciato da un concittadino, e rinviato a giudizio, gli vengono contestate diverse negligenze, per la valanga che invase il paese nel 2008, legate, in primo luogo, al piano regolatore comunale.
Ma andiamo con ordine. Il 16 dicembre 2008, dopo 72 ore di intense nevicate, Ceresole Reale si ritrova immersa in un manto alto circa tre metri. Lo stato di sicurezza è precario, tanto è vero che ad un certo punto una valanga si stacca dalla montagna, a poca distanza dal Municipio, portandosi via chalet e automezzi, isolando il paese. E' un miracolo che non ci siano feriti. Tra le case travolte anche la villa "Dacia dei fiori", distrutta e trascinata a valle per 150 metri, di proprietà di Marco Villata, che nei giorni successivi sporge immediatamente denuncia contro il Comune.
Secondo la Procura di Ivrea lo strumento urbanistico non era stato adeguato al Pai, Piano di assetto idrogeologico della Regione, il quale suggeriva di indicare le aree a rischio valanga, anche per poter prevedere un piano di evacuazione. Insomma, Bruno Mattiet avrebbe nascosto, alla popolazione, il fatto che si abitasse su di un'area soggetta a rischio. La Procura contesta anche la mancata esecuzione di opere di manutenzione precauzionali, fin dal 2004. Ma, soprattutto, che le condizioni meteorologiche fossero rischiose, si sapeva, nel 2008, dalle previsioni meteo. Lo si sapeva già dal 14 dicembre: allora il rischio era di livello 2, salito a livello 3, di elevata criticità, il giorno seguente. Secondo il pm Ruggero Crupi, per garantire a dovere l'incolumità degli abitanti, sarebbe anche bastato che Bruno Mattiet desse un preallarme per tempo. Invece lo aveva dato con un ritardo di 48 ore rispetto alle procedure, solo nel momento della calamità.
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