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14 Ottobre 2020 - 10:31
Come è possibile fotografare la musica? Chiedetelo a Mario Sabatino e ai soci di “Arketipo” da Gassino, che nell’ambito del Colline Culture Photo Festival hanno messo in piedi la kermesse “Photo in Jazz”. Forse quando il concerto di Halloween, a Rivalba, metterà una stanghetta di chiusura alla rassegna, si potrà essere più chiari. Il jazz è genere radicale, rivoluzionario dell’armonia, volatile e passeggero: raffiche di note a due cediglie, alate e sfuggenti forse anche al click più rapido.
Bird, non a caso, è il soprannome di uno dei giganti che hanno popolato l’età dell’oro di questa musica, la prima metà del Novecento. Al secolo Charles Parker Jr., conosciuto sul palco soltanto come “Charlie”.
È stato lui il protagonista della serata inaugurale di venerdì 9 ottobre presso il teatro parrocchiale “Vergine Assunta”, dedicata al primo centenario dalla sua nascita: «Uno spazio aperto a tutti» ha voluto ricordare Don Martino, dove cultura mondana e clericale devono incontrarsi. Strada spianata, allora, per la biografia del sassofonista di Kansas City, di cui gesta ed eccessi sono consegnati ad una galassia di miti profani. Leggenda vuole che il memorabile appellativo derivasse dalla sua passione per le ali di pollo fritte, o da un incidente stradale con un uccello da cortile. Uno “yardbird”, appunto, in inglese: «lo investì, ha raccontato il narratore della serata, Ezio Ostellino, e poi lo fece cucinare».
Ma “yardbird” è anche il “detenuto”, il “carcerato”: fatto curioso se accostato a Charlie Parker, la cui musica secondo l’argentino Cortazàr «è uccello che migra ed emigra o immigra e trasmigra, salta barriere, burla dogane». Con lo stesso spirito, i suoi epigoni, gli artisti della serata, Max Gallo & Co (Allara, Diaferia e Pala) scacciano i fantasmi di un nuovo lockdown. L’auspicio del noto chitarrista, che ha anche curato il concerto, è ovviamente che la rassegna possa continuare fino al termine della scaletta: 17 ottobre a Sciolze,18 a Gassino, 24 a Cinzano, 25 a San Raffaele e 31 a Rivalba è il calendario.
Si diceva di fotografare il jazz. Sabatino e Gallo sono vecchi conoscenti. Il loro sodalizio è duraturo, e si è consolidato tramite frequentazioni costanti, incontri “fra palco e realtà”. Erminio, Capolinea dell’Otto, crogiuoli della cultura pop torinese. «Quei locali fumosi di una volta» li definisce il Presidente di Arketipo: lampade soffuse, atmosfere fosche, soggetti obbligati per immortalare sulla pellicola le cadenze ineffabili di questa musica.
Ma col jazz si sono fatti strada su sentieri più luminosi. Uno espone con la sua associazione gli scatti rubati alla musica: “Photo in Jazz” rimarrà aperta all’Ecomuseo del Freidano di Settimo fino al 31 ottobre. L’altro continua a calcare importanti palcoscenici per tutto lo stivale. Come l’Umbria Jazz Festival dove Gallo e Sabatino si sono spesso incontrati; come le colline torinesi, una moderna e «splendida cornice» per gli standard jazz del XX secolo.
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