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CASTELLAMONTE. Pasquale Mazza è vivo. L'ombra della 'ndrangheta

CASTELLAMONTE. Pasquale Mazza è vivo. L'ombra della 'ndrangheta

Pasquale Mazza del Pd

Decine di manifesti mortuari con il volto del consigliere comunale e segretario cittadino del Pd, Pasquale Mazza, martedì scorso hanno invaso l'abitato di Castellamonte. Lui, però, non era morto e anzi si trovava da qualche giorno in vacanza a Pietra Petrosa, nel potentino. Venuto a saperlo, ha avvisato i carabinieri e chiesto la rimozione immediata di tutti i manifesti. "Deve essere una ripicca perché ho parlato di alcuni appalti in consiglio comunale", dice. Due anni fa l'auto della moglie di Pasquale Mazza andò a fuoco in piena notte. "Credo che si tratti di due episodi che non c'entrano l'uno con l'altro - afferma lui riferendosi al falso manifesto funebre - Allora avevo presentato da poco un libro-denuncia su una vicenda poi finita nell'inchiesta Minotauro sulla 'ndrangheta". "Appena torno a Castellamonte - annuncia comunque Mazza - sporgerò denuncia perché si perseguano i responsabili che infangano il nome del nostro paese". "Ho saputo del manifesto dai vigili - racconta - e mia moglie, che ha risposto alla telefonata, li ha subito rassicurati sul fatto che ero vivo, stavo solo dormendo. Poi mi hanno detto che sul manifesto c'erano anche i nomi di mia moglie e mia figlia e mi sono preoccupato". Ripete che potrebbe trattarsi di una semplice ripicca da parte di qualche avversario politico. "Qualche giorno prima di partire per le vacanze - spiega - avevo protocollato una lettera anonima in cui si parlava dell'appalto di manutenzione di un torrente. Poi ne ho parlato in consiglio comunale il 24 luglio".
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