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02 Agosto 2016 - 13:01
“Il giudice ha accolto la richiesta
di sequestro di tutti i beni di Caterina Abbattista. E’ un passaggio importante sia per il profilo risarcitorio sia per consolidare i punti cruciali dell’inchiesta”.
Così l’avvocato della famiglia Rosbosch, Stefano Caniglia, ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del giudice Matteo Buffoni, che ha accettato la richiesta di un sequestro preventivo dei beni di Abbattista, in previsione di un risarcimento danni in caso di condanna.
Caterina Abbattista, difesa dagli avvocati Erica Gilardino e Matteo Grognardi, è in carcere dal 19 febbraio scorso per il concorso nell’omicidio di Gloria Rosboch, assassinata dal figlio Gabriele Defilippi e dall’amante Roberto Obert, e per la truffa da 187 mila euro all’insegnante di Castellamonte.
Nelle disponibilità della donna c’è la casa di Castellamonte, in via IV Novembre, dove fino al 2011 aveva vissuto insieme a Gabriele e al figlio oggi tredicenne.
L’appartamento, su cui grava ancora un mutuo, era stato messo in vendita con una valutazione di 75 mila euro.
Caterina Abbattista è poi proprietaria del 10 per cento della villetta di Gassino che il suo ex convivente, Silvio Chiappino, aveva intestato in una piccola percentuale a lei e al novanta per cento a Gabriele Defilippi. Il valore dell’immobile è di circa 300 mila euro.
La donna è poi proprietaria di una Lancia Y e di due conti correnti, con poche migliaia di euro.
Sul fronte dell’inchiesta, invece, proseguono gli accertamenti dopo il ritrovamento della pistola nei boschi che separano Rocca Canavese e Barbania, ad un chilometro circa dal pozzo di Rivara dove il corpo di Gloria Rosboch è stato recuperato.
L’arma è stata trovata quindici giorni fa. Gli inquirenti, al momento, non si sbilanciano sul calibro della pistola: dovrebbe trattarsi di una scacciacani calibro 8 modificata che Defilippi portava in giro abitualmente.
I carabinieri hanno chiesto al Ris di Parma di analizzare l’arma per individuarne la matricola, e capirne la provenienza
L’arma è stata trovata nel punto in cui Obert - che ha partecipato al sopralluogo con il suo legale, l’avvocato Celere Spaziante - ha indicato agli inquirenti di averla seppellita.
Quello della pistola è uno dei misteri che ancora avvolgono l'omicidio Rosboch. L'insegnante di Castellamonte, che prima di morire aveva denunciato Defilippi per una truffa da 187 mila euro, aveva raccontato ai genitori di avere visto l'ex allievo armeggiare con una pistola “senz'altro vera”. Obert ha sempre sostenuto di averla nascosto nei boschi di Castellamonte e di essere in grado di ritrovarla, ma nei mesi scorsi le ricerche non avevano mai dato esito.
Ora si cercherà di capire come l’arma possa essere finita nella mani dell’ex studente di Gloria Rosboch.
Una delle ipotesi investigative è che possa provenire dall’ambiente dei Sinti, nell’area attorno a San Giorgio Canavese, zona conosciuta bene da Defilippi e dove vive Efisia Rossignoli, la “telefonista” della truffa e la quarta indagata di questa storia.
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