Et voilà! A distanza di due mesi dall'uscita del Lodo Arbitrale (i comuni del bacino ex Asa devono rifondere 36milioni di euro per il crack dell'azienda), ecco che i sindaci ripetono, papale papale, le cose che noi scrivevamo a febbraio sulle colonne di questo giornale, e che finora si erano ostinati a negare. "Pagherà la Comunità Montana" se n'erano lavati le mani, per lo più, con tono anche un po' sprezzante del pericolo, i sindaci dei vari comunelli della Alto Canavese, Valle Sacra e Valchiusella. "Non pagheremo" era stato il commento di pancia di quasi tutti, malgrado persino Chiamparino suggerisse di trattare col Commissario Prefittizzio Stefano Ambrosini. E la trattativa, che il sindaco di Rivarolo nonché coordinatore della cosiddetta Area Omogenea n.8 della ex Provincia di Torino, oggi Città Metropolitana, ha deciso con buon senso di intraprendere, potrebbe portare ad un netto e rapido sconto: la cifra precipiterebbe a "soli" 7 milioni di euro. Chiaro che per tutti, comunque vada, scucire denaro pubblico vuol dire una sconfitta per il territorio e l'ammissione, nei confronti dei cittadini, che la politica locale non è stata in grado di tenere sotto controllo un settore ormai pubblico-privato vitale. Rostagno lo ha annunciato mercoledì pomeriggio, prima di aprire il consiglio comunale della sua città: "entro luglio verranno sciolte le Comunità Montane e le passività passeranno ai Comuni, ecco quanto ci ha detto Reschigna". L'incontro con l'assessore regionale è stato tranciante. E a farne le spese sarà anche qualcuno che non c'entra niente... Non c'entra nulla Rocca, per esempio, che si affida all'azienda rifiuti del ciriacese e sconta soltanto la colpa di detenere una quota nella Comunità Montana Alto Canavese. Non c'entrano nulla Carema, Quincinetto, Tavagnasco, Settimo Vittone, Quassolo, Andrate, Nomaglio. Quei comuni facenti parte della Dora Baltea Canavesana che sconteranno, anche loro, il prezzo della fusione degli enti montani stabilita dall'alto. I sindaci di questi paesi da mesi, in odore di scaricabarili, stanno alzando muri. Ne hanno parlato con rappresentanti della Regione e della Provincia, con il commissario Vacha. "Questi sette comuni – constata Rostagno – sono gabbati due volte: non solo non hanno mai usufruito dei servizi di Asa, ma con lo scioglimento della Comunità Montana saranno coinvolti nella spartizione delel quote e, quindi, dei debiti". Rostagno ha avuto la premura di sollecitare Ambrosini ad un incontro per risolvere questa situazione anomala. In questo caos si aggiunge il verdetto stroncante arrivato il 5 aprile scorso da Anac, l'Autorità Nazionale Anticorruzione: la fideiussione, presentata da Teknoservice alla gara d'appalto, non era valida "in quanto la garante, Fidiroma – si legge nei documenti -, ai sensi della normativa vigente, non risultava autorizzato al rilascio di garanzie nei confronti delle pubbliche amministrazioni". La querelle era scaturita dal ricorso presentato da altre due aziende partecipanti, San Germano ed Ederambiente, escluse dalla procedura negoziata. Ambrosini, per calmare le acque, aveva chiesto allora una "garanzia definitiva conforme". "Ci troviamo davanti a due strade comunque a rischio – sottolinea Rostagno, dopo essersi confrontato con gli avvocati -. Se non facciamo nulla rischiamo che le aziende ci chiedano i danni. Ma se revochiamo l'appalto in autotutela, Teknoservice potrebbe dire "ma come, non me lo avevate detto, ormai ho fatto degli investimenti" e chiederci lei i danni. Questo è un ulteriore inghippo". I comuni hanno trenta giorni di tempo, a decorrere dal 5 aprile, per decidere.
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