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24 Febbraio 2016 - 17:07
"So che per mamma Marisa e papà Ettore ciò che sto per dire potrà forse non essere compreso perché troppo grande è il loro dolore. Ma per la loro fede, per il loro essere cristiani dico loro 'perdonate'". E' l'appello che l'arciprete di Castellamonte, don Angelo Bianchi, ha rivolto ai genitori di Gloria Rosboch durante i funerali della figlia 49enne, l'insegnante strangolata con un laccio e poi gettata nel pozzo di una discarica in disuso dove è stata ritrovata quaranta giorni dopo la sua scomparsa.
"Perdonate non perché loro meritano il perdono - ha detto - ma perché voi meritate la pace. Decidete di perdonare perché il risentimento è negativo, il risentimento è velenoso, il risentimento, l'odio e la vendetta divorano. Perdonate per Gloria, che oggi si trova nell'oceano dell'amore di Dio".
"Se fosse vero il ruolo della mamma del giovane che si è macchiato di un tale crimine, allora sappia quella mamma che qui c'è un altro cuore di mamma che è nella sofferenza e nel dolore". L'arciprete di Castellamonte, don Angelo Bianchi, parla così della madre di Gabriele Defilippi, Caterina Abbattista, anche lei in carcere per l'omicidio di Gloria Rosboch.
"E' vero cuore di mamma nascondere tutto per non far soffrire il figlio - insiste don Angelo nell'omelia per i funerali dell' insegnante uccisa - ma qui c'è un altro cuore di mamma che è nella sofferenza e nel dolore".
"Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Tutti tranne quel criminale, quel maledetto che ti ha messa qua...". Ettore, l'anziano padre di Gloria Rosboch, ha salutato così la folla che ha seguito i funerali della figlia davanti al loculo in cui è stata tumulata la salma dell'insegnante. L'uomo, sempre accanto alla moglie Marisa, non ha mai smesso di piangere e ha accompagnato a piedi, nonostante le stampelle, il corteo funebre che dalla chiesa ha seguito il feretro fino al cimitero di Castellamonte.
Gloria "è stata spazzata via da una violenza inaudita, che ha armato una mano determinata a raggiungere i propri scopi a qualsiasi costo, anche spegnendo la vita di una donna", ha continuato il parroco, che ha invocato una "giustizia celere e accurata".
E' duro il 'j'accuse' dell'arciprete di Castellamonte, che attacca la "cultura del relativismo", la "caduta vertiginosa dei valori più alti" e "una vita votata al dio successo e al dio denaro, il possedere, l'avere adesso subito senza il sudore della fronte". Colpa anche di "una scuola che non educa ai valori più alti e irrinunciabili - ha sottolineato ancora - ma si limita a passare delle nozioni che servono per essere promossi". E della "famiglia, che ha smarrito il suo ruolo di genitore e di educatore".
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