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11 Agosto 2015 - 15:42
Non sono servite a nulla le proteste e le raccolte firme di Comuni ed abitanti. Dal 7 settembre chiuderanno gli uffici postali delle frazioni Baio Dora a Borgofranco, di Villate a Mercenasco e di Muriaglio a Castellamonte. Oltre alla soppressione di questi tre uffici verranno ridotti gli orari di apertura in tredici località: Mercenasco, Bairo, Pratiglione, Ronco Canavese, Scarmagno, Torre Canavese, Tavagnasco, Cuceglio, Prascorsano, Pecco, Ciconio, Cintano, Valprato Soana. Gli uffici saranno aperti soltanto tre giorni a settimana. Diventa così effettivo il piano presentato da Poste Italiane, già la primavera scorsa ma rinviato di fronte ai rimproveri di Regione, Uncem, Anci, Lega delle Autonomie. L'unica concessione che gli enti sono riusciti a strappare è stata proprio quella di una riduzione a tre giorni, anziché due, come si ipotizzava inizialmente. Poca roba. Null'altro.
I tagli sono annunciati in un comunicato. "Poste italiane – ha comunicato l’azienda oggi in man oa Francesco Caio – ha accolto in larga misura la proposta della Regione Piemonte di mantenere aperti per almeno tre giorni la settimana gli uffici postali per i quali era stata inizialmente programmata l’apertura per soli due giorni".
Tra i cittadini, ora, si sta facendo larga l'idea di togliere i propri conti dalle Poste e portarli in banca. Se manca il servizio pubblico vicino casa, tanto vale affidarsi alle compagnie private.
E' la considerazione espressa anche dai residenti di Muriaglio in una recente lettera inviata alla direzione nord ovest di Poste Italiane, in cui chiedono, almeno, di potenziare gli orari nella dirimpettaia frazione Campo. "Finora – spiega Franco Brassea, portavoce dei residenti – gli uffici erano aperti due giorni a settimana a San Giovanni, due giorni a Campo e due giorni a Muriaglio. Un compromesso che si era trovato negli ultimi anni tra i piani di razionalizzazione e le esigenze della popolazione".
Già in primavera, di fronte all'annuncio del taglio, Brassea si era recato a Torino, insieme al Vicesindaco Giovanni Maddio per presentare una lettera alla direttrice di zona, con una petizia di trecento firme. "Ci erano stati garantiti tentativi per fare in modo che l'ufficio restasse aperto, ma non è servito a nulla. Ci hanno detto che la decisione veniva presa da Roma". Eppure a Muriaglio la Società Operaia di Mutuo Soccorso metteva a disposizione delle Poste i propri locali, gratuitamente, salvo la corresponsione dei costi relativi a riscaldamento e utenze. "Ci siamo adoperati in ogni modo, dando la massima apertura, anche per interventi di adeguamento, pur di mantenere il servizio" sottolinea Brassea. Più di così... E invece le Poste non ne han voluto sapere. Si è riusciti soltanto a prorogare la chiusura dal 15 aprile ad oggi. E c'è il timore che presto o tardi la stessa sorte possa toccare anche alle altre frazioni.
"La chiusura dell'ufficio è una notizia tristissima, una mazzata – commenta il portavoce dei residenti -. La nostra paura è che sia un altro punto di riferimento che se ne va. E proprio in un momento in cui stiamo assistendo ad ripopolamento, che faceva ben sperare, di questi paesi, perché magari le case costano di meno, si ha voglia di tornare alla terra, il lavoro cala in città. La maggior parte delle persone ha conti postali".
Nella lettera i residenti chiedono di aumentare almeno gli orari a Campo, perché altrimenti l'alternativa sarebbe Castellamonte, a sette chilometri di distanza, con disagi per anziani, per le persone che non hanno possibilità di muoversi ma anche per le attività commerciali e per le aziende. Al momento non è ancora arrivata una risposta.
"Abbiamo fatto presente a Poste Italiane che rischia di perdere correntisti – afferma Brassea -. Non è un segno di protesta ma semplicemente la natura del servizio pubblico era quella di garantire un servizio vicino al cittadino. Allora tanto vale rivolgersi alle banche".
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