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CASTELLAMONTE Rapporti sessuali in cambio del permesso di soggiorno? Assolto

CASTELLAMONTE Rapporti sessuali in cambio del permesso di soggiorno? Assolto

tribunale

E' stato assolto dall'accusa di violenza sessuale Lucio Mileti, classe 1940, residente a Castellamonte. La sentenza è stata pronunciata martedì scorso dal collegio presieduto dal giudice Carlomaria Garbellotto. L'uomo, difeso dall'Avvocato Maria Rosa Barolo, si trovava imputato, presso il Tribunale di Ivrea, in seguito alla denuncia sporta da una ragazza, con la quale aveva intrecciato una relazione, durata per quasi un anno, dall'agosto del 2009 al marzo del 2010. La sedicente vittima, una nigeriana, nata nel 1980, era arrivata in Italia, come tante altre connazionali, nella speranza di un futuro migliore. A lungo aveva cercato una mansione. Poi, cinque anni fa, aveva incontrato Mileti, un animo gentile. Lui le avrebbe proposto di lavorare ed assumerla come badante in cambio di vitto e alloggio. Nell'ambito di quella convivenza, sotto lo stesso tetto, erano cominciati anche rapporti sessuali. Fino a quando la donna si era recata dai Carabinieri per sporgere denuncia. Sosteneva che Mileti l'avesse indotta a rapporti sessuali continui con la promessa di fornirle un contratto come badante e farle ottenere il permesso di soggiorno. Non solo. Le avrebbe anche chiesto del denaro, facendosi consegnare tremila euro “per sbrigare delle pratiche”, utili ad ottenere il permesso di soggiorno. In aula l'avvocato, con il quale la nigeriana si è costituita parte civile, ha chiesto, martedì scorso, un cospicuo risarcimento, con una provvisionale di tremila euro. Ma le accuse sono cadute come un castello di carte. I giudici hanno accolto in toto la tesi difensiva. Anche il Pubblico Ministero ha chiesto l'assoluzione perché “il fatto non costituisce reato”. “La donna era consenziente - ha sottolineato il magistrato – Per carità, è stata ingannata. Verissimo. Sarebbe una truffa se la truffa non fosse esclusivamente un reato contro il patrimonio”. La difesa ha puntato anche sull'inattendibilità del racconto. “La sedicente vittima – ha aggiunto l'avvocato Barolo – era cosciente, non aveva remore. E ripetutamente, nel corso della sua deposizione, è caduta in molte contraddizioni”

 
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