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17 Aprile 2019 - 17:04
Marta e Roberta Arbinolo
Una piccola storia per due grandi sorelle di Cascinette d’Ivrea: sono Roberta e Marta Arbinolo che fino a non molti anni fa frequentavano il liceo Carlo Botta di Ivrea dove insegna matematica la loro mamma Enrica Menaldo. Marta al Botta ha frequentato l’indirizzo “scientifico internazionale”. Roberta sceglie quello “matematico scientifico” e poi l’Università a Torino con l’idea di intraprendere il corso universitario più europeo che esiste, quello degli Studi Internazionali. Roberta dopo la laurea magistrale fa un master in Diritti Umani e Sviluppo, parla quattro lingue, matura esperienze in India, in Africa Occidentale, presso la diplomazia italiana e presso la Commissione Europea. Si specializza poi in comunicazione e da due anni lavora a Bruxelles come responsabile della comunicazione per Zero Waste Europe & Rethink Plastic, un organizzazione non governativa che promuove il modello “rifiuti zero”. Rethink Plastic invece è un’alleanza delel principali ONG ambientaliste impegnate nella lotta all’inquinamento da plastica. Il team di Roberta ha lavorato con le istituzioni europee al processo legislativo che ha portato recentemente, il 27 marzo scorso il Parlamento dell’UE ad approvare in via definitiva la Direttiva per ridurre la plastica monouso entro il 2021.
Marta fa un percorso analogo a quello della sorella: Università a Torino in Studi internazionali poi all’Università della Nazioni Unite di Maastrich un master in Finanza pubblica, Analisi politica, Econometria, Statistica, Scienza dei dati, Progettazione della ricerca e si specializza in politica climatica e analisi dei rischi. Marta matura un gran numero d’esperienze specifiche: volontariato in Cile dove ha trascorso sei mesi con Intercultura, per Legambiente in Francia, e per EKOenergy, il marchio ecologico per l’energia rinnovabile in Finlandia. A Parigi inizia a lavorare come assistente di ricerca Global Compact dell’ONU, poi per l’ambasciata del Regno Unito e attualmente lavora come consulete a Parigi per per l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE). Con un gruppo di amici e colleghi italiani, sparsi per l’Europa per motivi studio e lavoro, ha un’idea fantastica. In un mondo di fake news e superficialità, di politica “da bar”, vogliono dare un informazione semplice (la chiamano terra terra…) per far capire i rischi dei cambiamenti climatici, accuratamente distaccati da qualunque partito o movimento politico. Cinque mesi fa fanno nascere una rivista online che si chiama“duegradi” con il sottotitolo “il clima, terra terra” perché in Italia se ne parla poco e male o il tema è distorto da strumentalizzazioni politiche. Così la redazione dichiara: “Duegradi è un web magazine sul cambiamento climatico. L’obiettivo è semplice: vogliamo che in Italia se ne parli di più. Duegradi affronta l’argomento partendo da solide basi scientifiche, ma con un linguaggio accessibile a tutti; in modo esaustivo, ma “terra terra”. Perché crediamo che se una cosa non si capisce, non è perché è troppo difficile, ma perché non è stata spiegata abbastanza bene.” La rivista viene subito notata e appare citata una prima volta su Repubblica, accostata a Greta Thunberg nel giorno del grande sciopero studentesco europeo per l’ambiente del 15 marzo scorso. Duegradi si chiama la rivista, perché i due gradi di ulteriore riscaldamento globale sono quelli che non dobbiamo superare, come definito dall’accordo di Parigi del 2015 per tentare di salvaguardare il clima. La soddisfazione del team cresce di colpo quando Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato della Repubblica Italiana, invita le ragazze, insieme al team di “duegradi” al completo a Roma per parlare di ambiente il prossimo giovedì 18 aprile con Greta Thumberg, Carlo Rubbia e Luca Mercalli.
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