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31 Marzo 2015 - 18:06
Com'è possibile che il Consorzio di gestione dei servizi socio-assistenziale dell'eporediese, In.rete, costi 33,54 euro pro capite, a cui si vogliono aggiungere, per quest'anno, altri 3 euro ad abitante per creare un considdetto "fondo di solidarietà", quando invece il Consorzio calusiese Ciss-ac si ferma 29,50 euro pro capite, non chiede elemosine, e per giunta garantisce i medesimi servizi?
"Diversa è la realtà socio-economica e diversa la dimensione" è la cantilena continua del Comitato di Presidenza che, con questo dogma, ha ritenuto superfluo istituire un tavolo tecnico di confronto, così come richiesto dal Sindaco di Salerano Elio Ottino.
Sarà! Ma è l'ennessima dimostrazione, allora, che piccolo è meglio, e che nel piccolo più difficilmente ficca il naso la politica...
Fatto sta che l'assemblea consortile In.rete, mercoledì scorso, si è sciolta con il voto contrario di due Sindaci, Salerano e Lessolo, al bilancio di previsione 2015, le astensioni di Pavone e Traversella, e i voti favorevoli dei Sindaci o dei delegati presenti per gli altri Comuni.
Numerose, ad ogni modo, le domande poste sul fondo di solidarietà. "E' un fondo straordinario 2015. Verrà usato solo in caso di necessità" rassicura la Presidente di In.rete Ellade Peller.
Ottino non ci mette la mano sul fuoco. "Salerano pagherà soltanto la sua quota parte" ha annunciato, chiedendo di iscrivere a verbale una dichiarazione di voto al vetriolo. "Ricordo a tutti i presenti che la differenza della quota pro capite con il Ciss-ac, è di circa il 27 per cento, a parità di servizi erogati, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo" ha inforcato Ottino, così come ha documentato, con un parallelo, prodotto agli atti, attraverso i dati reperiti sui siti istituzionali, nella precedente assemblea di mercoledì 19 marzo (visto che i dati non sono mai stati forniti dalla Peller all'assemblea nonostante ripetute richieste).
"Mi dispiace – ha sottolineato Ottino- che l'istituzione di un tavolo tecnico/politico di comparazione tra i consorzi (che si esprima fatte le dovute proporzioni), da me proposto nella precedente seduta, non sia stato messo ai voti dalla Presidente, nonostante lo avessi espressamente richiesto. Non ritengo assolutamente esaustive le motivazioni addotte circa il fatto che le due realtà non sia equiparabili. Ero certo che l'assemblea avrebbe approvato l'aumento. Tuttavia, proprio per le ragioni che ho esposto, darò disposizione all'ufficio finanziario di procedere, per l'anno 2015, al versamento della sola quota pro capite deliberato nel 2014. Aggiungo che qualora la Presidente dovesse richiedere l'intervento della Regione per la nomina di un Commissario che provveda al versamento della differenza di importo, dopo l'arrivo del Commissario, darò disposizione affinché il mio segretario, dottor Giovanni Alessandro, si rechi presso il Consorzio In.rete ed esamini a mio nome e per mio conto, tutti gli atti amministrativi degli ultimi cinque anni.
Questo perché, se io non sono un tecnico, nel navigare nel sito internet del consorzio, come suggeritomi dalla Presidente, ho rinvenuto atti amministrativi nei quali sono ravvisabili, a mio parere, profili di illegittimità, voglio accertarmi che non ve ne siano altri".
Non è mancatala baruffa all'ultima assemblea di In.rete. Gli atti, nei quali, secondo Ottino, sarebbero ravvisabili profili di illegittimità, sono quelli relativi all'assemblea del 19 marzo, pubblicati solo parzialmente sul sito internet. On line mancano il verbale della discussione ed il documento che Ottino aveva chiesto di inserire.
"Chiedo che la delibera venga pubblicata in toto – ha ribadito Ottino -. Non discuto sulla redazione: il verbale è perfetto, ma dev'essere consultabile sul sito internet. Perché in un Comune, se l'opposizione chiede una verbalizzazione, e questa viene omessa, si può ravvisare un falso ideologico".
Apriti cielo. Il Sindaco di Cascinette Piero Osenga s'è messo a lamentarsi: "è la terza volta che si sente un'opposizione così dura in assemblea, stiamo lavorando e cerchiamo di farlo al meglio possibile. Queste sono cose che vanno bene per i bambini delle scuole". Seduto in prima fila, da scolaro modello davanti alla maestra, per restare nella sua metafora, Osenga ha raccolto anche gli applausi di diversi amministratori. Ci ha pensato Luigi Sergio Ricca di Bollengo a stoppare il coro: "è una questione di principio, di diritto. Non si può dare del bambino ad un collega".
Ottino, per qualche secondo ha perso le staffe ("non voglio scendere al tuo livello") poi, alla fine, chiedendo scusa all'assemblea per i toni, ha lasciato agli atti una dichiarazione: "vorrei ricordare al Sindaco di Cascinette che, non fosse altro per l'età anagrafica, non mi considero affatto un bambino dell'asilo, e proprio per questo non ravviso la necessità di aver qualcuno che prenda le mie difese, lo so fare benissimo da solo. Desidero precisare che non intendo scendere allo stesso livello, come Sindaco non me lo posso permettere. Lo invito però in un consesso territoriale quale quello dell'assemblea di non permettersi mai più di utilizzare un frasario da bar poiché ritengo, come Sindaco, che sia un mio pieno diritto, oltre che dovere, esprimere dubbi e/o perplessità, e porre tutte le domande che ritengo attinenti o necessarie per poter espletare al meglio il mio dovere istituzionale. Non rientra nel mio modo di essere dire dei sì o dei no a prescindere".
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