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06 Febbraio 2018 - 15:58
Prima dell’unificazione nel 1808, le feste legate al Carnevale erano cinque, una per ogni parrocchia della città, ed erano organizzate dagli Abbà dei singoli rioni. Nel 1700 l’Abbà era a capo della Badia, un’associazione di giovani che organizzava feste, e portava come insegna un pane conficcato su di una picca, oggi sostituito da uno spadino con un’arancia sulla punta, a simboleggiare la testa mozzata del tiranno.
Per ricordare le loro figure e l’origine dei festeggiamenti, ogni anno vengono quindi scelti 10 bambini, due per ciascuna delle cinque antiche parrocchie di Ivrea: San Grato, San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo (che dal 1935 ha preso il posto dei Santi Pietro e Donato in seguito all’abbattimento della chiesa) e San Salvatore. Gli Abbà vengono presentati alla città nelle due domeniche che precedono quella di Carnevale, durante la cerimonia dell’Alzata degli Abbà, mentre il Martedì Grasso, in ricchi costumi rinascimentali, spetta a loro l’onore di appiccare il fuoco agli Scarli issato nella piazza del proprio rione.
La terzultima domenica di Carnevale, 28 gennaio, i protagonisti sono stati Vittoria Piretto (San Grato), Giovanni Pozzo (San Maurizio), Sara Scozzari (Sant’Ulderico), Emma Lacchio (San Lorenzo) e Giulia Landorno (San Salvatore).
Domenica scorsa sono stati alzati Ilaria Seidita per San Grato, Sara Ferro per San Maurizio, Viola Actis Perino per Sant’Ulderico, Alessia Crosetti per San Lorenzo e Emma Perenchio per la parrocchia di San Salvatore.
Nella penultima domenica di Carnevale anche la cerimonia della riappacificazione fra gli abitanti dei rioni di San Maurizio e del Borghetto è una rievocazione di un evento avvenuto intorno alla fine del 1700. A quel tempo esisteva un unico ponte che collegava le due rive della Dora Baltea nei pressi di Ivrea: il Ponte Vecchio, antico ponte romano in pietra che ancora oggi svolge degnamente la sua attivita’. Avrete capito che i due rioni in questione sono quello della riva sinistra della Dora Baltea, San Maurizio, e quello della riva destra, il Borghetto. Si narra che in quegli anni gli uomini dei due rioni, probabilmente grazie alla posizione strategica del ponte, erano soliti dare vita a sanguinosi scontri e cruente liti. Le donne, sempre piu’ preoccupate da questo clima bellico, si accordarono nell’attuare uno “sciopero dei doveri coniugali” che sarebbe terminato solo alla definitiva conclusione di questi scontri. A fronte di questo ricatto gli uomini dovettero sottostare ai voleri delle consorti e stabilire una sorte di tregua che tuttora regna sulle due sponde della Dora Baltea. Per suggellare la pace ritrovata le donne del rione del Borghetto confezionarono una bandiera tricolore con la croce sabauda, su cui spicca un corvo con in bocca un ramo d’ulivo. Tale rievocazione storica culmina con una stretta di mano fra il Console di San Maurizio ed il Bano del Borghetto, accompagnati da una rappresentanza degli abitanti dei due rioni, a mezzogiorno della seconda domenica di carnevale sul Ponte Vecchio. Il comitato della fagiolata benefica del Castellazzo, rappresentante storico del rione di San Maurizio, ha da sempre fornito le persone ed i costumi dei principali personaggi del proprio rione in questa rievocazione.
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