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16 Novembre 2018 - 16:19
Rivoluzionare il modo di vivere la biblioteca della città è l’obiettivo dei volontari del servizio civile di Caluso e le volontarie di “Vivi la biblioteca” l’associazione a prevalenza femminile che gestisce la biblioteca civica di Caluso nel vecchio Chiosto in Piazza Mazzini 2.
La biblioteca di Caluso è viva nel vero senso della parola: tutto l’anno offre a bambini e adulti laboratori educativi, letture ad alta voce di brani e presentazioni di autori per stimolare l’interesse degli utenti. L’amore per la cultura si sta progressivamente perdendo e, al di la delle aule scolastiche, i libri tendono ad essere dimenticati ma sono fondamentali per tenere viva l’intelligenza individuale e stimolare la curiosità nei bambini. La lettura va riscoperta e vista come esperienza di crescita e divertimento assieme. In quest’ottica, la volontaria Anna Querzo commenta: “Grazie all’aiuto di Vivi la Biblioteca, noi volontarie abbiamo potuto crescere proponendo i laboratori interattivi gratuiti ed il mercatino dell’usato il cui ricavato consente di autofinanziarci per l’acquisto di nuovi libri. La convenzione con l’associazione stabilisce che per almeno 12 ore la settimana la biblioteca resti aperta al pubblico. In fase sperimentale, abbiamo esteso l’orario di apertura per l’utenza al mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 17 viste la richieste. Approfittiamo infatti del mercoledì, in cui negozi e le scuole sono chiuse. È lo spazio ideale per chiunque voglia godersi un pomeriggio fuori casa tra i libri magari anche per gli utenti non abituali. Saremo aperti almeno fino a gennaio 2019 e speriamo abbia successo”. In concomitanza con l’apertura sperimentale il 7 novembre, i volontari hanno organizzato un laboratorio di carta riciclata a partecipazione gratuita per creare oggetti e collane con materiale di recupero. Successivamente, nella sala lettura della biblioteca, la sala Magaton, alle 18.30 è stato presentato il libro di A. Damasi, “L’odore del mare e la calibro 9”. Ombretta Ferioli una delle volontarie spiega, in conclusione, ciò che li sprona a continuare nella loro attività: “Nessuno di noi è esonerato, a livello di società, a dare il buon esempio. Contano le famiglie, le scuole ma anche quanto l’ambiente esterno in cui i bambini crescono ha da offrire e presenta loro per apprendere, conoscere, mantenere vivo qualcosa che nessun cellulare può dare”.
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