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CALUSO. Un intero paese truffato dallo studio Boaglio; tra le vittime anche don Loris

CALUSO. Un intero paese truffato dallo studio Boaglio; tra le vittime anche don Loris

Don Loris Cena

Commercianti, artigiani, liberi professionisti, piccoli imprenditori e semplici cittadini. Aumenta ogni giorno il numero delle vittime della maxi truffa messa in atto dallo studio “Utc Boaglio” di piazza Mazzini 7. Una truffa che, tra mancati versamenti Iva, contributi Inps e tasse, si aggirerebbe intorno ai 5 milioni di euro. La scorsa settimana, sul caso, si sono accesi anche i riflettori della trasmissione tv “Mi manda Raitre” e, la vicenda, su cui è in corso un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dal Sostituto Procuratore Lea Lamonaca della Procura di Ivrea, ha varcato i confini canavesani. Sei gli indagati: nei guai per truffa e appropriazione indebita ci sono Renato Boaglio e i figli Massimo e Giuliana, insieme ai collaboratori dello studio Simona Ventre, compagna di Massimiliano e co-titolare dello studio, la dipendente Maria Antonietta Colombo e Sergio Perrero, quest’ultimo socio della Cts (Centro Trasmissione Dati) con sede sempre in piazza Mazzini 7, nello studio di Boaglio. Parte dello studio è stato posto sotto sequestro, come i computer e i telefoni. Molti dei clienti hanno chiesto agli inquirenti di riavere indietro la documentazione per far fronte alle nuove scadenze fiscali. Truffa e appropriazione indebita perchè molti clienti avevano dato mandato allo studio commercialistico di pagare le tasse e le scadenze fiscali, staccando assegni, facendo bonifici o versamenti sul conto corrente dei Boaglio. Ma le tasse non sarebbero mai state pagate. Gli stessi clienti sarebbero rimasti all’oscuro di tutto per anni fino a quando non sonon cominciate ad arrivare le cartelle di Equitalia ... L’altra sera, in tv, è andata in scena tutta la rabbia dei clienti del commercialista. Marcella Simeone, titolare della storica panetteria-pasticceria, ci racconta: “Il mio debito verso l’erario per ora si aggira sui 50 mila euro ma temo possa incrementarsi perché continuano ad arrivare cartelle di Equitalia. Mi hanno creato un danno incalcolabile. Non avrei mai potuto immaginare che uno studio come quello dei Boaglio potesse essere artefice di una simile truffa. Io come tanti altri commercianti ci siamo sempre fidati. Già i miei genitori si erano affidati a loro per la contabilità. A me lo studio non ha versato l’Inps, l’Inail e tutte le altre tasse. Ora, però, sono disperata. Continuo a chiedere rateizzazioni a Equitalia, ma non ce la faccio a pagarle. La soluzione ideale sarebbe proporre un condono. Questi signori qui hanno creato un disastro. Rischiano di mandare sul lastrico un’intera città, già duramente colpita dalla crisi”. E’ furiosa anche Carla Ponsetti, che da dietro al bancone della sua merceria di via Vittorio Veneto sfoga tutta la sua rabbia: “Mi hanno rovinato. Io ho debiti per 50 mila euro e non vorrei che l’ammanco salisse ancora. Quel che mi fa più rabbia è che questi signori qui continuano ad esercitare la professione e a circolare per il paese. Ti incrociano e ti prendono anche in giro...” Ammanchi da oltre 150 mila euro per Paolo Apparigliato, titolare insieme alla moglie, della ferramenta di via Marconi 8: “Per ora la cifra è quella, ma temo che gli ammanchi verso l’erario possano aumentare ancora. Continuano ad arrivarmi cartelle di Equitalia per mancati versamenti Iva e altre tasse. Per fortuna, ma è una magra consolazione, i tributi Inps sono stati versati”. Oltre alla ferramenta, il danno ha colpito anche alcuni liberi professionisti che lavorano per conto dell’attività. Ad esempio l’idraulico Gianni Tallon: “A me sono arrivate cartelle di Equitalia per 30 mila euro...” “Io invece ho chiesto a Equitalia una estensione della rateizzazione - dice Norma Camosso, titolare della storica gioielleria di via Bettioja -. Ma non ce la faccio più. Rischio di chiudere. Per sempre”. Tra le vittime dello studio anche don Loris Cena, parroco di Caluso: “Per fortuna non direttamente. Allo studio era affidata la contabilità dell’Asilo Guala. Ci siamo accorti che non ha versato le rette per l’iscrizione dei bimbi all’asilo. Si tratta di cifre molto ridotte rispetto a quelle che sento in giro. Un danno da 600 euro. Però è il modo che non mi piace. Non si scherza su queste cose. Io l’altra sera sono venuto in piazza Mazzini dove c’erano le telecamere della Rai, ma per esprimere la solidarietà ai calusiesi”. Davanti alle telecamere della Rai anche il sindaco Maria Rosa Cena: “Come sindaco e a nome di tutto il Consiglio comunale di Caluso esprimo rammarico e dispiacere per quanto accaduto nella nostra piccola cittadina. Certamente l’immagine di Caluso è stata danneggiata e il lavoro di tante realtà locali attive da generazioni compromesso, con pesanti ripercussioni su tutto il tessuto locale. Per quanto riguarda i tributi comunali, cercheremo di agevolare le persone vittime di questa situazione, nei limiti consentiti”.
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