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CALUSO. E’ morta “Maritè” del Bicerin. Verrà seppellita a Villareggia

CALUSO. E’ morta “Maritè” del Bicerin. Verrà seppellita a Villareggia

Maria Teresa Costa

E’ morta a 67 anni stroncata da un malle incurabile. Maria Teresa Costa, per tutti Maritè, originaria di Caluso, per oltre trent’anni è stata l’anima dello storico Caffè al Bicerin di piazza della Consolata a Torino. Il suo cuore ha cessato di battere venerdì sera all’ospedale San Luigi di Orbassano e i funerali sono in pragramma oggi, lunedì 10 agosto, alle ore 15 presso la chiesa di Sant'Agostino a Torino. Al termine della funzione religiosa, la salma verrà poi tumulata nel cimitero di Villareggia, nella tomba di famiglia. Maria Teresa Costa già da ragazza s’era appassionata di quel piccolo locale, “Il Bicerin”. Finì con il diventarne la titolare, quasi un icona di Torino, con quel suo caschetto biondo, la voglia e la passione che ci metteva nel raccontarsi e raccontare le storiche e importanti frequentazione, da Camillo Benso Conte di Cavour a Puccini, Silvio Pellico, Nietzsche, Macario, Gozzano, Calvino, Wanda Osiris e Mario Soldati. Nel locale era possibile accompagnare il famoso “Bicerin” (mix di cioccolata calda, caffè e crema di latte) con tantissime prelibatezze: la torta bicerin, i canestrelli, la torta di nocciole di Castelnuovo Don Bosco, i nocciolini di Chivasso, i cremini, gli immancabili gianduiotti e tanti altri biscotti artigianli Al cordoglio della famiglia Costa si unisce anche Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom di Torino e di Rete Imprese Italia per il Piemonte. “Il commercio torinese - ci dice - perde una grandissima persona, che ha dedicato passione all’attività riuscendo a rendere grande il locale. Era una socia storica dell’Ascom e aveva sempre partecipato a tutte le iniziative promozionali. Come associazione commercianti l’avevamo anche premiata in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia”.  

Il Bicerin, una delle 100 cose del mondo da salvare

Il Bicerin (pronunciato [bitʃeˈrin] in piemontese, letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino. Il rituale prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fior (l’odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), ’n pòc ’d tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio, Torino e i Torinesi, la cui prima edizione risale al 1898. Nel 2001 il Bicerin è stato riconosciuto come "bevanda tradizionale piemontese" con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Si ritiene che la sua origine sia dovuta allo storico locale di Maria Teresa Costa che  ne porta il nome e ne conserva gelosamente la tradizionale ricetta, difesa accanitamente: i dipendenti sono tenuti per contratto al segreto. È comunque possibile trovarlo nelle migliori caffetterie di Torino, in versioni sempre lievemente differenti nelle dosi, e nell'omonima caffetteria. Gli ingredienti sono semplici: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte, ma le dosi della ricetta originale sono sconosciute. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori dovuta al miscelarsi dei vari ingredienti. Grandi appassionati di Bicerin furono Camillo Benso Conte di Cavour, Pablo Picasso, Alexandre Dumas (padre), Ernest Hemingway (che lo inserì fra le cento cose del mondo che avrebbe salvato) e Umberto Eco (Il cimitero di Praga).
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