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CALCIO. Corsa e fantasia: “Maurito” Corso si racconta

Mauro Corso, classe 1993, è un giramondo del calcio torinese e canavesano. Con qualche puntata anche nel vercellese. L’esterno offensivo chivassese ha polmoni da vendere e un piede sinistro che gli ha permesso fin qui di fornire assist a ripetizione. “Maurito” come lo chiamano gli amici ha anche un discreto feeling con il gol e dal 2019 veste la maglia del Caselle. La chiacchierata non può che partire da un pensiero sulla situazione attuale del calcio dilettantistico, bloccato per la seconda volta dalla pandemia. “Star fermi è dura. La cosa preoccupante è che all’orizzonte al momento non sembra esserci una soluzione. In altre regioni, come ad esempio sta avvenendo in Lombardia, i vertici della LND si stanno incontrando per prendere le decisioni del caso. In Piemonte sembra che nessuno voglia assumersi le responsabilità del caso. Non c’è stata un’alternativa, si è deciso di iniziare la stagione senza avere l’idea di come portarla a termine sapendo già prima che il Covid avrebbe nuovamente messo i bastoni tra le ruote. Questa incompetenza rischia di dare il colpo di grazia al mondo del calcio dilettantistico. Senza gli incassi che arrivano dal Settore Giovanile e dalla Scuola Calcio le società sono davvero in grossa difficoltà”.

Parlando di calcio giocato, qual’è la squadra più forte del girone B di Promozione.

E’ un campionato condizionato da troppe partite saltate e può succedere di tutto quando, o meglio se, torneremo a giocare. Il Lascaris è una bella squadra, a mio giudizio è la più completa forte un tutti i reparti. Livello si è abbassato. Ma tutto si è livellato causa covid.

Se ti volti indietro cosa dice la tua carriera fino a questo momento.

“Dice che mi sono divertito nonostante gli infortuni che per un certo periodo mi hanno tormentato. Ho iniziato nell’allora Eureka Settimo, poi ho giocato per sei anni nella Scuola Calcio del Torino per poi passare al Canavese nel periodo dei Giovanissimi. Ho fatto ritorno alla Pro Settimo Eureka nella categoria Allievi  dove ho ritrovato mister Sandro Siciliano, il mio maestro. Sotto la sua guida ho disputato un stagione fantastica segnando tantissimi gol. Con la maglia della Pro Settimo Eureka ho anche fatto il mio esordio in prima squadra, nel campionato di Eccellenza quando giocavo ancora con la Juniores. Una stagione fantastica con un finale da dimenticare. Nei quarti di finale del campionato nazionale ho fatto gol e subito dopo mi sono rotto il legamento crociato. Due anni difficili e ben quattro  operazioni. Ho ripreso alla Sportiva Nolese nel 2013 con Gianmarco Stefanetto in Promozione facendo anche bene. Nel 2014 sono approdato a Chivasso per la prima volta, ma ero chiuso e sono tornato a Nole per disputare la seconda parte del campionato. Finalmente nel 2015 ho avuto la mia occasione a Chivasso e dopo un terzo posto al primo anno nel 2017 abbiamo vinto il campionato di Prima Categoria. Nella stagione successiva ho vestito la maglia del Livorno Ferraris, ma non è scattata l’alchimia con l’ambiente e a dicembre sono passato al River Mosso con cui ho conquistato tramite i playoff il secondo salto in Promozione. Sarei rimasto molto volentieri, ma la società è fallita e sono sbarcato all’Ivrea Banchette. Una mezza stagione positiva, poi il richiamo di Chivasso, città dove abito, è stato troppo forte e a gennaio del 2019 ho vestito per la terza volta la casacca biancorossa. Nonostante una grande rimonta non siamo riusciti a salvarci. Poi l’esperienza al Caselle che continua tuttora anche se è stata inframmezzata dal Covid”.

L’allenatore a cui sei più legato.

Sandro Siciliano ai tempi della Pro Eureka. Mi ha insegnato praticamente tutto: come muovermi nella maniera giusta in avanti e a puntare sulla concretezza al momento di concludere sull’azione. Una menzione particolare la merita sicuramente anche Alessandro Giraulo: mi ha fatto capire cosa è il sacrificio e cosa vuol dire lavorare per la squadra. In generale ovunque sono andato ho imparato qualcosa.

Se dovessi scegliere un compagno tra quelli che hai avuto che vorresti sempre in squadra con te.

Lorenzo Blanchietti e Simone Zullo. Non posso citarne solo uno, perché se dico Lorenzo, Simone si offende e viceversa. A parte gli scherzi dico loro perché sono due persone con cui ho legato tantissimo in questi anni. Siamo amici anche nella vita di tutti i giorni.

L’avversario che ti ha messo maggiormente in difficoltà.

Dico Riky Pozzato, Cristian Celozzi e Simone Gallo Marchiando: Riky e Cristian fisicamente sono insormontabili, contro di loro è tosta riuscire ad avere la meglio. Simone è velocissimo, sullo scatto non ha rivali.

Il gol più bello che hai segnato

Senza dubbio la rovesciata con la Fulgor Ronco Valdengo nell’ultimo anno a Chivasso. Un gesto istintivo perché la palla mi è sbucata davanti all’improvviso. Ho la fortuna di avere avuto a casa un maestro nelle rovesciate come mio fratello Marco che di gol così ne ha segnati parecchi. Sempre in quella stagione ricordo con piacere anche quello segnato all’Omegna, un pallonetto da trenta metri che si è insaccato all’incrocio dei pali.

La partita più bella che hai giocato.

Ne cito due. Nei playoff della stagione 2017/2018 con il River Mosso abbiamo ottenuto il salto in Promozione. Nella prima partita abbiamo vinto 3-2 con il Pianezza e ho fatto il gol decisivo al 95’. Poi la domenica dopo siamo andati a giocare al Gino Pistoni contro l’Ivrea 1905: non mi hanno mai preso, abbiamo vinto 2-0 e ho contribuito con un assist.

Che colore ha la tua “seconda pelle”.

Biancorossa. La Chivasso è la squadra a cui sono più affezionato. Fosse per me indosserei quella maglia fino all’ultima partita della mia carriera. Spero davvero di poter tornare a giocare all’Ettore Pastore.

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