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CALCIO. Pro Settimo Eureka, denunciato un tesserato per stalking

L’esonero di Fabio Nobili dalla panchina della Prima squadra della Pro Settimo Eureka, avvenuto lo scorso 27 febbraio, ha portato con sè una coda polemica in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate dall’ormai ex tecnico blucerchiato. Dichiarazioni che nulla hanno a che vedere con il calcio e che rischiano di avere un risvolto penale attraverso la giustizia ordinaria. Le cronache delle ultime settimane raccontano infatti di una denuncia da parte di Nobili nei confronti di un tesserato della Pro Settimo Eureka - più precisamente un calciatore, del quale non è stata rivelata l’identità - che per quasi tre mesi, in piena notte, avrebbe molestato telefonicamente l’allenatore e la sua famiglia. Questo quanto rilasciato dal tecnico alessandrino, che ha categoricamente smentito il fatto che questo episodio fosse in qualche modo legato al suo esonero, al contrario di quanto inzialmente dichiarato.

Una vicenda che si tinge di giallo e che assume contorni tutt’altro che nitidi, della quale i vertici della Pro Settimo Eureka vogliono però mantenere le debite distanze, nel rispetto dei soggetti coinvolti.

“L’esonero di Nobili e la denuncia verso un nostro tesserato sono due episodi assolutamente slegati l’uno dall’altro - tiene a precisare Bruno Olivieri, vicepresidente della Pro Settimo Eureka -. L’esonero è avvenuto per questioni di carattere esclusivamente sportivo; per quanto riguarda la denuncia, invece, non diciamo assolutamente nulla. Sono questioni private, rispetto alle quali riteniamo di non doverci esprimere, anche perché di mezzo c’è un provvedimento giudiziario”.

Massima cautela e rispetto delle persone coinvolte nella vicenda anche da parte del direttore sportivo della Pro Settimo Eureka Giampaoli Tosoni, che ha lavorato a stretto contatto con Nobili durante la sua avventura sulla panchina blucerchiata salvo poi averne raccolto l’eredità in seguito all’esonero. “Come società non vogliamo entrare nel merito della questione - ribadisce Tosoni -, perché è una vicenda del tutto personale. Conosciamo la situazione poiché l’abbiamo vissuta dai racconti di Nobili nei mesi scorsi, e gli siamo sempre stati vicini sostenendolo. Il fatto che ci sia un nostro tesserato coinvolto non cambia assolutamente le cose e non significa che stiamo da una parte o dall’altra: come società non possiamo certo gestire i nostri tesserati anche quando sono a casa...”.

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